‘’ITALO’’, CIUFF CIUFF CON LE ROTAIE BUCATE - NESSUNO CACCIA I SOLDI, PER LA NTV DI MONTEZEMOLO IN VISTA LACRIME E SANGUE – DOPO ALITALIA, ALTRO CAPOLAVORO DI PASSERA…

Bei tempi quelli del 2011, quando Lettagianni in pompa e magna inaugurava il primo treno by Monteprezzemolo! - I conti non tornano: nei primi 8 mesi 2 milioni di passeggeri hanno fruttato solo 81 milioni - Debiti a 754 milioni e Banca Intesa (che ne ha prestati 650) non sa che pesci pigliare...

Condividi questo articolo


Giorgio Meletti e Carlo Tecce per il "Fatto quotidiano"

ALCUNI DEI SOCI DEL GRUPPO NTV - TRA I QUALI DELLA VALLE, PASSERA, MONTEZEMOLOALCUNI DEI SOCI DEL GRUPPO NTV - TRA I QUALI DELLA VALLE, PASSERA, MONTEZEMOLO

E se avessero sbagliato i conti? Ieri pomeriggio l'affollato consiglio d'amministrazione della Ntv ha discusso il difficile decollo di Italo, il super treno che da poco più di un anno fa concorrenza ai Frecciarossa. Per ora, dicono, non si parla di aumento di capitale nè di tagli al personale. Ma l'algebra ferroviaria non perdona e quindi preoccupa.

montezemolo e passera allauditoriummontezemolo e passera allauditorium

Sembrano lontanissimi i fasti di fine 2011, con il sottosegretario Gianni Letta accorso al taglio del nastro del primo treno fornito dalla francese Alstom, in una tipica festa di fine regime berlusconiano. Nei primi otto mesi di attività (maggio-dicembre 2012) Italo ha trasportato due milioni di passeggeri lungo la direttrice Salerno-Milano-Torino e la diramazione Bologna-Venezia.

Hanno pagato 40 euro a testa di biglietto medio, per ricavi da traffico di 81 milioni. Con alcune acrobazie bilancistiche (tra cui la precipitosa vendita dell'officina ferroviaria di Nola, il fiore all'occhiello) la perdita è stata contenuta in 77 milioni. Ntv conta di chiudere il 2013 con 6 milioni di passeggeri, quindi con un fatturato prevedibimente triplicato, che però non sarà sufficiente a far tornare i conti: l'appuntamento con il pareggio è rinviato alla seconda metà del 2014.

Corrado Passera, Giovanna Salza, Luca MontezemoloCorrado Passera, Giovanna Salza, Luca Montezemolo

E qui sorge il dubbio: la previsione di vendita dei biglietti nel 2013 farebbe schizzare il tasso di riempimento dei treni dal 37 per cento del 2012 a oltre il 70 per cento. Ma se i conti saranno ancora in rosso vendendo il 70 per cento dei posti su tutte le 50 corse giornaliere per 365 giorni all'anno, per vedere i profitti dovranno aspettare di avere tutti i treni sempre pieni zeppi, magari con qualche passeggero appeso ai finestrini (a prezzo scontato).

DELLA VALLE E MONTEZEMOLODELLA VALLE E MONTEZEMOLO

E chi viaggia sui treni ad alta velocità sa bene che fuori dei giorni e delle ore di punta è difficile vederli occupati anche a metà. La preoccupazione è soprattutto di Intesa Sanpaolo. Nel 2008 la banca milanese, sotto la regia dell'allora ad Corrado Passera, ha investito 60 milioni per diventare azionista di Ntv, e poi ha erogato prestiti per 650 milioni per dotare la società di treni e quant'altro.

gianni punzogianni punzo

Azionista di rilievo e creditrice di una cifra enorme: una posizione scomoda che in genere a Intesa Sanpaolo piace. Chi ha fatto un affare enorme sono sicuramente i fondatori della Nuovo Trasporto Viaggiatori, Luca di Montezemolo, Diego Della Valle e Giovanni Punzo, che hanno investito solo 316 mila euro a testa, eppure continuano ad avere il 35 per cento di un'attività che impegna oltre un miliardo.

Alberto BombasseiAlberto Bombassei

Il colpaccio è stato ottenere nel febbraio 2007 dal ministro dei Trasporti, il comunista Alessandro Bianchi (Pdci), l'autorizzazione a far correre i treni sulla rete ferroviaria ad alta velocità costata al contribuente circa 90 miliardi di euro. Ottenuto il prezioso pezzo di carta la società acquista un valore notevole, o almeno questo viene riconosciuto dai soci che si precipitano a comprare azioni con congrui sovrapprezzi.

LEONE DI TRIESTE ASSICURAZIONI GENERALI jpegLEONE DI TRIESTE ASSICURAZIONI GENERALI jpeg

Le ferrovie francesi (Sncf), anche grazie ai buoni uffici di Passera, il banchiere che aveva organizzato la cordata dei patrioti per salvare Alitalia proprio dai transalpini, si ritagliano il 20 per cento, stesso valore in possesso di Intesa. Le Assicurazioni Generali entrano con il 15. Poi al 5% ci sono Alberto Bombassei della Brembo e Isabella Seragnoli. Sciarrone, amministratore delegato, l'unico che ne sa di treni, si tiene l'1,5 per cento.

Oggi si parla di aumento di capitale perché il patrimonio netto è stato eroso dalle perdite (da 263 a 107 milioni) e la liquidità non va oltre i 50 milioni, mentre i debiti sono a 754 milioni e le azioni tutte in pegno alle banche creditrici: oltre a Intesa, Bpl, Bnl, Efibanca e, con il noto fiuto, Montepaschi. C'è soltanto un azionista che potrebbe avere interesse a idratare i conti a secco: i francesi di Sncf.

Giuseppe SciarroneGiuseppe Sciarrone

I fondatori non sembrano propensi all'iniezione sostanziosa di euro che si sono risparmiati finora: né Montezemolo, che ha lasciato la presidenza all'amico Antonello Perricone (reduce dai successi alla guida di Rcs), nè Della Valle. L'unica salvezza sarebbe quella di esaudire le previsioni più ottimistiche, con il pareggio di bilancio nel 2014. Nel frattempo si recita il mantra "è tutta colpa del numero uno di Fs Mauro Moretti che ci sabota".

Antonello PerriconeAntonello Perricone

La tensione con il concorrente , che è anche proprietario e gestore dei binari, non dipende solo dai 140 milioni annui di pedaggio pagati per correre sull'alta velocità, ma soprattutto dal fatto che quei soldi, sussurrano a Ntv, dovrebbero garantire una possente manutenzione e invece vengono spesi per rendere più competitivi i Frecciarossa.

L'ultimo smacco si chiama Milano-Ancona, che Italo potrà far esordire a dicembre, mentre Trenitalia è già partita tre mesi fa. Senza nuovi investimenti e ulteriori sconti sui biglietti - la flotta di 25 treni non sarà ampliata - Ntv confida nell'aiuto della nascitura Autorità dei Trasporti, appena nominata dal governo. In attesa di conoscere l'efficacia di un arbitro imparziale, Ntv corre il rischio concreto di dover sfoltire l'organico, oggi 1200 dipendenti, per lo più giovani sotto i 30 anni. Una mossa che significherebbe rassegnazione.

MAURO MORETTIMAURO MORETTI

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VENETO DI PASSIONE PER SALVINI – IL “CAPITONE” PROVA AD ALZARE LA CRESTA E USCIRE DALL’ANGOLO: “CHIEDEREMO IL VENETO E IL TERZO MANDATO PER ZAIA”. MA SA BENE CHE IL DESTINO DELLA REGIONE, VERO FORTINO E CASSAFORTE DEL CARROCCIO, È SEGNATO: GIORGIA MELONI VUOLE METTERE LE MANI SUL NORD-EST. E COME DARLE TORTO? FORZA ITALIA CON L'8% GOVERNA PIEMONTE, SICILIA, BASILICATA E CALABRIA. LA LEGA, CON UNA PERCENTUALE SIMILE, HA IN MANO VENETO, LOMBARDIA E FRIULI. PERCHE' LEI, CHE GUIDA IL PARTITO DI MAGGIORANZA RELATIVA, DOVREBBE ACCONTENTARSI DI LAZIO, ABRUZZO E MARCHE? - LO PSICODRAMMA NEL CARROCCIO È INIZIATO DOPO CHE IL MITE LUCA ZAIA È USCITO ALLO SCOPERTO (“SE PERDIAMO QUI VA TUTTO A ROTOLI”). A VENEZIA SI PREPARA LA SCISSIONE, CON UNA “LISTA ZAIA”...

DAGOREPORT - COME MAI TRUMP NON HA FATTO GRAN CASINO SULLA FORNITURA DI ARMI ALL’UCRAINA (MISSILI A LUNGO RAGGIO E MINE ANTI-UOMO) DECISA DAL PRESIDENTE USCENTE JOE BIDEN? SECONDO FONTI AUTOREVOLI DI WASHINGTON, TRA I DUE C’È STATO UN ACCORDO, CHE PERMETTERÀ POI A TRUMP DI NEGOZIARE CON PIÙ FORZA UNA PACE CON PUTIN. COSÌ, DA UNA PARTE, IL TYCOON COL CIUFFO A PENZOLONI SI E' LIMITATO A UN MISERO TWEET. DALL’ALTRA A PUTIN NON CONVIENE DI FARE ORA IL DOTTOR STRANAMORE PER DUE BUONI MOTIVI…

DAGOREPORT - IL GIUBILEO SI AVVICINA E IN VATICANO MONTA UNA INCAZZATURA PROFONDA PER LA NOMINA DI ALESSANDRO GIULI AL MINISTERO DELLA CULTURA – L’80% DEL PATRIMONIO ARTISTICO ITALIANO È RIFERIBILE ALL’ARTE SACRA VOLUTA DALLA CHIESA, E IL GOVERNO DELLA "CRISTIANA" GIORGIA CHE FA? SCEGLIE UN NEO-PAGANO CHE BLATERA DELLA "CENTRALITA' DEL PENSIERO SOLARE", CHE "SIAMO FIGLI DEL FUOCO E DELL'ACQUA" (MAI DI DIO) - SENZA CONTARE CHE ALLA GUIDA DELLA BIENNALE C'E' L'APOSTATA BUTTAFUOCO (DA CRISTIANO E' DIVENTATO MUSULMANO SCIITA) - VIDEO: QUANDO GIULI SU RAI2 SUONAVA IL PIFFERO INVOCANDO LA “GRANDE NUTRICE”