Antonello Guerrera per “la Repubblica”
Il Regno Unito ha tanti problemi e un "outlook" fosco per il futuro: inflazione galoppante, costi della vita sempre più alti, disoccupazione bassa (3,8%) ma anche circa 1,5 milioni di posti di lavoro vacanti, sterlina a picco (1,09 sul dollaro) e ora un radicale e controverso taglio delle tasse ai ricchi deciso dalla nuova prima ministra Liz Truss, in nome del suo credo ultra-liberista già rinominato "Trussnomics". Tuttavia, almeno nel mercato del lavoro, sembra esserci qualche fresca novità per il futuro.
Nei giorni scorsi, infatti, si è conclusa la prima parte dell'esperimento di "settimana corta" per oltre 70 aziende britanniche dei settori più disparati: dalla ristorazione alla finanza, dal marketing alla sanità. I lavoratori hanno preso servizio solo quattro giorni alla settimana, l'80% del tempo usuale, senza però avere decurtazioni in busta paga. In tutto, 3.300 assunti stanno partecipando al progetto. Ora, al giro di boa del test che durerà complessivamente sei mesi, i dati sono confortanti, secondo la Bbc .
Sinora, delle 73 imprese coinvolte, 41 hanno deciso di condividere il proprio responso: l'86% di queste valuta positivamente l'esperimento della settimana corta e hanno già confermato che manterranno il regime di 4 giorni di lavoro per i propri impiegati, una volta che si concluderà il periodo pilota, come per l'esempio Amplitude Media, un'agenzia di marketing di Northampton, mentre l'associazione di Bristol "City to Sea", per esempio, ha già adottato il nuovo corso permanentemente. Per loro, l'esperimento sta funzionando bene e per il 95% delle aziende che hanno risposto positivamente, la produttività interna è rimasta la stessa. O, in alcuni casi, è addirittura aumentata.
L'associazione che ha lanciato il pilot, "4 Day Week", ha dichiarato che la settimana corta, in base ai dati dei primi tre mesi dell'esperimento, ha permesso ai lavoratori con figli di risparmiare sensibilmente sulle proprie spese: la stima è di circa 300 euro al mese, pari a oltre 3500 all'anno. Inoltre, ci sono altri vantaggi come i risparmi sulle bollette energetiche delle aziende, soprattutto in questo periodo di costo della vita e inflazione galoppanti. Al programma "4 Day Week", partecipano imprese anche di altri Paesi: Stati Uniti, Irlanda, Nuova Zelanda e Australia.
Ieri, alla luce di queste premesse promettenti, il parlamentare laburista Peter Dowd ha presentato ufficialmente un disegno di legge per ridurre a livello nazionale la settimana lavorativa a un massimo di 32 ore, dalle 48 previste oggi. Il Parlamento di Westminster ne inizierà a discutere dal 18 ottobre, anche se la sua approvazione al momento pare improbabile. Il ddl prevede anche che coloro che lavorano più di 32 ore a settimana, devono essere retribuiti con il 50% in più in busta paga per ogni straordinario.