Estratto dell’articolo di Claudia Luise per “La Stampa”
«Allargare la base contributiva è fondamentale per la sostenibilità del sistema». Una missione di cui è convinto Gabriele Fava, da pochi mesi nominato alla presidenza dell'Inps. Per Fava è la prima uscita pubblica e la passa a stringere mani e ad ascoltare le richieste del "popolo del Meeting", ripetendo una frase che suona come uno slogan: «L'Inps c'è e ci sarà sempre».
Qual è lo scenario pensionistico a cui andranno incontro gli under 35 di oggi?
«In Italia ci sono 10,4 milioni di giovani 18-34 anni, quelli che lavorano sono circa 7 milioni, di questi l'80% presenta contributi stabili nell'ultimo quinquennio coprendo mediamente circa l'80% dell'intero periodo. I restanti, da ritenersi precari o addirittura senza una copertura assicurativa, sono sostenuti da ammortizzatori sociali tra i più inclusivi e generosi dei paesi europei.
Per avere uno scenario pensionistico adeguato, occorre assicurare ai giovani lavoratori opportunità di lavoro, ben retribuito e coperto dal punto di vista previdenziale, sostenendoli con misure di politiche attive del lavoro, non solo passive. Uno degli obiettivi dell'Inps sarà ingaggiare le giovani generazioni sulla "questione previdenziale" e aiutarli nella costruzione del proprio "salvadanaio previdenziale"».
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Come l'Inps potrà reggere l'urto dell'inverno demografico?
«Nel 2050 i cittadini over 65 rappresenteranno fino al 35% della popolazione nazionale e questo determina la necessità di ripensare l'attuale sistema di welfare, previdenziale, assicurativo, sanitario. Crescerà il peso di questa fascia di popolazione sulla quota di individui in età lavorativa (15-64 anni). Occorre cogliere l'opportunità di riconsiderare questi cittadini non più come un costo, ma come una risorsa, sostenendo la cosiddetta silver economy. […]
In tal senso ricordiamo che il bilancio per l'anno 2023 restituisce la fotografia di un Istituto con i conti in ordine. Dobbiamo avere fiducia nella capacità del sistema Paese di saper affrontare le sfide di cambiamento, grazie anche a un avanzato sistema di welfare».
Si è parlato spesso di una carenza di organico. Come procede il piano di assunzioni?
«L'anno scorso l'Inps ha assunto oltre 5mila persone, in larga parte funzionari ma anche medici, tecnici ed avvocati. Entro la fine dell'anno saranno banditi concorsi per oltre 2.500 persone, di cui quasi 2mila per fronteggiare le nuove competenze attribuite all'Istituto in ambito sanitario e circa 400 nuovi ispettori di vigilanza previdenziale».
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Questione Tfs e Tfr: per alcune categorie di dipendenti pubblici si parla anche di sette anni di attesa. Perché?
«Ci sono motivazioni legate alla normativa che prevede il differimento del Tfs/Tfr all'età di vecchiaia se si utilizzano canali di pensionamento anticipato come quelli delle quote.
Per quanto riguarda i tempi di liquidazione Inps i tempi mediani non sono distanti dalle previsioni di legge, ci sono casi residuali attribuibili principalmente a ritardi di comunicazione tra pubbliche amministrazioni che non consentono tempestività nell'erogazione della prestazione. L'idea di devolvere obbligatoriamente parte del Tfr ai fondi complementari o ai fondi pensioni aperti mi trova d'accordo. È il momento più opportuno per farlo». […]