Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per “la Repubblica”
C’è la continuità di Bankitalia, istituzione tra le istituzioni, dove «entrando giovani, si forma un modo di essere, di contribuire ad affrontare tutto ciò che cambia ». Ma a due settimane dalla fine del suo mandato, e dall’entrata in carica del successore Fabio Panetta, il governatore uscente della Banca d’Italia Ignazio Visco sottolinea anche una discontinuità in arrivo: «Avrete un nuovo governatore. Abbiamo caratteri diversi e forse anche scuole diverse», ha detto ieri intervenendo al comitato esecutivo dell’Abi […]
Da Visco a Panetta: si avvicendano alla guida di Bankitalia due economisti la cui carriera si è incrociata spesso, nel “cursus honorum” interno che li ha portati a salire fino al vertice di Palazzo Koch, ma dai profili e dalle attitudini diversi.
Più da studioso quella del napoletano Visco, classe 1949, a lungo alla guida del servizio studi di Via Nazionale, poi capo economista dell’Ocse, quindi scelto nel 2011 per succedere a Mario Draghi […]. Più da “politico”, in senso lato, quella del romano Panetta, dieci anni più giovane, che ha lavorato a lungo dentro i complessi equilibri delle organizzazioni internazionali, e dal 2020 nel comitato esecutivo della Banca centrale europea.
Lì ha portato avanti in prima persona il progetto dell’euro digitale, per cui proprio ieri è partito il contro alla rovescia. Ed è in lui che la destra sovranista di governo ha individuato il supertecnico a cui affidare la guida di Bankitalia.
Se prevarrà la continuità […] oppure la discontinuità, lo inizieranno a raccontare le scelte delle prossime settimane. Di certo sull’ultima grande partita dei banchieri centrali europei, cioè la stretta anti-inflazione della Bce, la posizione di Visco e quella di Panetta sono state allineate: entrambi “colombe”, sempre più esplicite nel chiedere cautela, e poi una pausa, man mano che i tassi di interesse si impennavano.
Ieri Visco ha respinto al mittente le critiche nei confronti della Bce, arrivate negli ultimi mesi anche da diversi esponenti del governo Meloni. Sono stati «dodici anni non noiosi », ha scherzato il governatore uscente […], tornando sulla crisi dei debiti sovrani scoppiata all’inizio del mandato e sugli effetti che ebbe sugli istituti di credito, a cominciare da Mps.
«Verrà il momento di fare una riflessione sul Monte dei Paschi», ha detto, rivendicando «l’impegno della vigilanza ». Ha spiegato che oggi «non corriamo gli stessi rischi», visto che «i valori delle banche sono soddisfacenti ». Ma se la struttura patrimoniale degli istituti finanziari italiani ed europei è sicuramente più solida, sono i rischi esterni […] che […] suggeriscono di non abbassare la prudenza: «Viviamo un momento tragico, difficilissimo », ha detto Visco, in cui è necessario lavorare insieme. Cosa che, nota da convinto europeista, in Europa resta molto difficile. Dal primo novembre, toccherà a Panetta.
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