Estratto dell’articolo di Andrea Greco per “la Repubblica”
Francesco Gaetano Caltagirone torna a tuonare, e in Senato, contro la nomina dei vertici societari con la “lista del cda”, che per lui «rischia di creare un’autocrazia in cui i manager possono auto-perpetuarsi, anche in contrasto con scelte e visioni degli azionisti stabili».
Ogni riferimento a fatti avvenuti non è casuale, perché un anno fa nell’assemblea Generali chiamata a rinnovare il vertice la lista del cda, votata da Mediobanca e dai fonti esteri, ebbe la meglio rinnovando tre anni l’ad Philippe Donnet, dopo un duro scontro con i tre “pattisti” Caltagirone, Del Vecchio e Crt. L’imprenditore romano è ancora socio di peso nel Leone triestino, con il 6,23%.
francesco gaetano caltagirone philippe donnet
[…] l’approdo di Caltagirone in parlamento, che ha in corso le audizioni sul disegno di legge 674 “Capitali” varato dal governo per rinforzare l’asfittico mercato italiano, sarebbe legata al possibile inserimento nella bozza di prescrizioni che riguardino le “liste del cda”. Un istituto, ha detto Caltagirone ieri, «nato nel mondo angloamericano, dove esistono grandi società con azionariato polverizzato, e calato in una struttura di diritto completamente diversa».
[…] Le fonti […] non escludono che il Ddl Capitali possa integrare la materia, e prevedere nuovi vincoli come una maggiore trasparenza nei rapporti tra consiglieri espressi dai soci nel cda, e magari escluderli dalla selezione dei nomi in lista, riservandoli solo ai consiglieri indipendenti.
Generali, a cui fischiano le orecchie, ha notato tramite un portavoce che «nei principali Paesi del mondo […] tra le prerogative del cda è inclusa anche la proposta di nomina dei consiglieri».
Le campagne di Caltagirone avevano già ispirato, a fine 2021, un Ddl dei senatori D’Alfonso (Pd) e Fenu (M5s) per limitare le liste dei cda uscenti. E a maggio spuntò un emendamento nel “decreto Fuortes” (poi bocciato dal Quirinale), per vietare la lista del cda nelle quotate dove un socio ha oltre il 9%. In Mediobanca, dove vige la lista del cda, Caltagirone è pure azionista con il 9,9%.
Finora il fulcro del Ddl Capitali è invece l’estensione da 2 voti per azione a massimo 10 del voto multiplo per i soci stabili, salendo ogni anno di un voto. «Il voto multiplo è ciò che consente al socio stabile di nominare gli amministratori - ha detto ieri Caltagirone - . Credo sia indispensabile nella realtà italiana: una società familiare che si quota per recuperare risorse per investire non può rischiare di essere spogliata da speculatori che impongono i propri amministratori orientati al breve termine».
il piano della lista caltagirone per generali
LE LISTE DEI CANDIDATI PER IL CDA GENERALI francesco gaetano caltagirone FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE