DAGONOTA
L’autorevole Sabino Cassese, ex giudice della Corte Costituzionale, dice oggi a “Repubblica” che il governo Draghi “deve vendere Ita”: può farlo, è la tesi del professore, senza abusare dei propri poteri. Anzi, è “vincolato” da un decreto che regola la privatizzazione dell’ex Alitalia.
Il problema in realtà non è vendere Ita, semmai a chi: il governo ha avviato una trattativa in esclusiva con la cordata Certares-Air France-Delta, in cui a metterci i soldoni è però soltanto il fondo statunitense. Le due compagnie non possono entrare nell' azionariato, anche se hanno assicurato di volerlo fare, ma solo in un secondo momento, senza rendere nota la distribuzione tra i tre partner.
Come scriveva una settimana fa il giornale francese “La Tribune”, “l’unica certezza è che il margine di manovra di Air France-KLM è attualmente limitato dalla Commissione Europea in attesa del rimborso del 75% degli aiuti di Stato ricevuti durante la crisi. Il gruppo non è molto lontano da questa soglia a causa della sua ricapitalizzazione e dell’investimento di 500 milioni portato dal fondo Apollo Global Management in una controllata operativa di Air France. Ma intanto non può acquisire più del 10% in un’azienda del settore”.
Si sa, i fondi non ragionano sul piano industriale, ma solo su quello finanziario. Hanno degli azionisti da soddisfare e dei guadagni da realizzare. E che succederà se e quando Ita si rivelerà un investimento non in linea con quanto atteso?
Quello che succede sempre: il fondo, in questo caso Certares, liquiderà di corsa la sua partecipazione, lasciando Ita prima del previsto, e mollando di nuovo il bubbone allo Stato. E saremmo di nuovo alla casella di partenza.
ITA: UE, SEGUIAMO TRATTATIVE, SOCIETÀ RESTI SOSTENIBILE
(ANSA) - La Commissione europea segue "molto da vicino" le trattative per la vendita di Ita, ma non si esprime sui dettagli dell'operazione né sui possibili acquirenti. "Siamo ancora alle fasi iniziali, ma sembra esserci un accordo per la vendita in una forma che consentirebbe al governo italiano di avere ancora forte voce in capitolo sulle questioni strategiche riguardanti l'azienda", ha detto la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager. "Non ho alcun commento specifico su un acquirente o l'altro, ma - sottolinea - ciò che speriamo per Ita è che resti una società sostenibile e concorrenziale nel settore aereo dell'Ue".
fabio lazzerini e alfredo altavilla di ita airways 12
"IL GOVERNO DRAGHI DEVE VENDERE ITA" IL PARERE DI CASSESE CHE SMENTISCE MELONI
Estratto dell’articolo di Aldo Fontanarosa per “la Repubblica”
Anche se dimissionario dal 21 luglio 2022, il governo Draghi può vendere Ita Airways senza abusare dei propri poteri. Anzi il governo deve ormai alienare la compagnia aerea per tre ragioni: perché è «vincolato» dal decreto, il Dpcm di marzo 2022 che regola la privatizzazione; perché si è impegnato con l'Ue a portare Ita in un'alleanza mondiale; perché la cessione è ora nel business plan , nel piano di sviluppo del vettore.
Sabino Cassese, ex giudice della Corte costituzionale, dà semaforo verde alla vendita di Ita in un parere pro veritate che invia alla compagnia aerea il 25 luglio 2022. Siamo a poche ore dall'addio del premier Mario Draghi. […]
Dopo le dimissioni, il governo si dedica al «disbrigo degli affari correnti». Ma l'espressione "affari correnti" - spiega il giurista - non va confusa con "ordinaria amministrazione". [...] Cassese ricorda anche che «l'attività amministrativa è retta dal principio di continuità e non subisce limitazioni », quando il governo è dimissionario.
Quindi «i procedimenti in corso vanno portati a compimento ». Nel caso di Ita, la vera violazione di legge sarebbe mandare all'aria una cessione «interamente definita» dalla normativa. A proposito di norme, il Dpcm del Consiglio dei ministri di marzo regola le «modalità procedurali » della vendita della compagnia. E da questo decreto «consegue un'attività amministrativa vincolata ». In altre parole, Draghi non solo "può" privatizzare il vettore.
La "deve" privatizzare, si ribadisce. Cassese aggiunge che la Commissione Ue, garante della concorrenza, ha autorizzato la nascita di Ita e un investimento pubblico dell'Italia da 1,35 miliardi ad alcune condizioni. [...] In questo scenario, la mancata cessione di Ita «comporterebbe una perdita di valore» per il vettore e, a cascata, «per il Tesoro dello Stato».
ARTICOLI CORRELATI