Estratto dell’articolo di Aldo Fontanarosa per "La Repubblica"
Lufthansa chiederà al governo italiano di ridiscutere l’accordo che porterà il 41% di Ita Airways tra le proprietà della compagnia aerea tedesca. E Lufthansa ha 200 milioni di motivi per fare pressione sul nostro ministero dell’Economia, che sta vendendo Ita.
La compagnia tedesca teme che centinaia di ex dipendenti di Alitalia matureranno il diritto a essere assunti in Ita. Sono persone - ora in cassa integrazione e prossime al licenziamento, a cassa esaurita che hanno avviato agguerrite cause di lavoro negli ultimi due anni (ben 1.147 tra Roma e Milano). Queste persone e i loro avvocati pensano che la nuova compagnia tricolore (Ita) non sia un’azienda “vergine”, nata dal nulla.
Al contrario, sarebbe semplicemente la nuova Alitalia, come la prosecuzione del vettore ormai fallito. Per questo motivo, vogliono essere assunte da Ita, in ragione di una continuità tra la vecchia e la nuova compagnia. E due giudici del lavoro - sia a Roma e sia a Milano - in effetti hanno riconosciuto il diritto all’assunzione di 244 ricorrenti. Le due sentenze favorevoli ai cassintegrati di Alitalia allarmano Lufthansa, che aggiorna le sue proiezioni.
Nell’ipotesi che tutti gli ex Alitalia verranno ingaggiati da Ita, questo nuovo e fragile vettore dovrebbe farsi carico di una spesa pari ad almeno 200 milioni. Una mazzata che ricadrebbe sulle spalle del compratore tedesco, soprattutto se avrà acquisito intanto l’intero capitale di Ita (entro 2 anni).
Lufthansa fa anche un altro ragionamento, che di nuovo chiama in causa il nostro governo. Prendiamo il caso dei 70 ex Alitalia che hanno vinto la causa di lavoro a Roma. Queste persone sono state riassunte da Ita, con decorrenza 14 ottobre 2021 (giorno di esordio della nuova compagnia nei cieli). E Ita dovrà versare loro gli stipendi arretrati (da ottobre 2021) oltre ai contributi. Ita, insomma, paga.
Nello stesso tempo, queste stesse persone restituiranno la cassa integrazione che hanno incassato da ottobre 2021 fino al giorno dell’assunzione. Dunque lo Stato italiano, per ogni causa vinta dagli ex Alitalia, recupera dei soldi (la cassa, appunto). Lufthansa considera quasi paradossale questo meccanismo. Dunque, per dirla tutta, chiederà all’Italia di farsi carico di una buona parte dei 200 milioni di uscite che minacciano di derivare dalle cause di lavoro. […]
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