Francesco Spini per “La Stampa” - estratto
Ricavi a quota 3,3 miliardi, in rialzo del 16%, utili che passano il miliardo a quota 1.027 milioni (+13%), la redditività che segna un ritorno sul patrimonio netto tangibile del 13%. Il bilancio di Mediobanca, che come sempre chiude il suo esercizio il 30 di giugno, va in archivio con i risultati «migliori di sempre», sottolinea l'ad Alberto Nagel, oltre i target del piano.
[…]
Ai soci andrà una cedola da 0,85 euro per azione contro gli 0,75 euro di un anno fa. Come da strategia sarà proposto anche un primo piano di riacquisto e cancellazione di azioni proprie da 200 milioni di euro, pari a circa il 2% del capitale. Partirà tra novembre e dicembre dopo il sì di assemblea e Bce. Sono queste le credenziali con cui l'ad Nagel il 28 ottobre si presenterà di fronte agli azionisti per un nuovo mandato («Ho dato ovviamente la mia disponibilità, se gradita», afferma), all'interno della lista a cui il consiglio sta lavorando da febbraio.
Bisogna però ancora fare i conti con la ferita, non proprio rimarginata, aperta con la battaglia di un anno fa, quando sul destino delle Generali – di cui Mediobanca ha il 13,1% e da cui ha avuto un contributo agli utili da 442,8 milioni di euro – proprio Nagel si scontrò con quelli che sono anche i suoi suoi principali soci, ossia la Delfin della famiglia Del Vecchio, prima azionista col 19,8%, seguita da Francesco Gaetano Caltagirone col 9,9%.
Nagel, nel giorno dei conti, caldeggia una loro partecipazione alla lista. Spiega: «L'obiettivo è di avere un cda il più autorevole e il più inclusivo possibile. A questo fine abbiamo avuto un engagement con gli azionisti e dunque anche con i principali, significando loro l'auspicio che loro profili, o profili adeguati da loro selezionati, possano essere considerati dal comitato nomine al fine di formare la lista del board». […]
Si era parlato dell'ex ministro Vittorio Grilli come possibile candidato presidente, ma il suo nome sarebbe tramontato perché considerato troppo di parte (è tra i consulenti della famiglia Del Vecchio) per rappresentare tutto il corpo sociale. Ora serve stringere, vista l'intenzione – e di mezzo c'è la pausa agostana – di depositare la lista «entro metà di settembre».
Le opzioni, in verità, sono ancora tutte aperte e contemplano la promozione da parte di Delfin di una lista di minoranza che assicurerebbe almeno due rappresentanti. Più complessa, per questioni regolamentari, un'opzione maggioritaria che, tra gli osservatori, qualcuno, sotto determinate forme, non si sente ancora di escludere del tutto.
Possibile che un ruolo – nella misura in cui possa riaprire la partita sulle Generali – lo possa giocare anche l'esito dell'esame parlamentare sul ddl Capitali, dove si discute anche della possibile introduzione per legge del voto maggiorato (con l'opzione delle società di rinunciarvi: Opt-out), con relativa esenzione dall'obbligo d'Opa.
«Andare su formule che alterano in maniera sostanziale» le «regole del gioco di chi ha investito prima, rispetto a come sarebbe l'impatto sul dopo, sarebbe un evidente passo indietro», avverte Nagel. Il quale invita a «valutare con grande attenzione» perché interventi tanto radicali «hanno il difetto di incidere sulla fiducia» degli investitori.
ALBERTO NAGEL FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO ALBERTO NAGEL