1 - MOSCA, PIL A -2,9% NEL 2022, CALO MINORE DEL PREVISTO
(ANSA) - Il pil della Russia si contrarrà del 2,9% quest'anno, con un ulteriore calo dello 0,9% previsto per il 2023. Lo annuncia il ministero per lo sviluppo economico citato dalla Tass. Si tratta di contrazioni molto inferiori a quelle previste all'inizio della cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina e che lasciano spazio a "un moderato ottimismo", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "Un lavoro enorme è in corso per stabilizzare l'economia nonostante le azioni ostili contro di noi", ha aggiunto Peskov.
2 - SANZIONI LA SCURE SU MOSCA
Fabrizio Goria per “La Stampa”
Quando si parla di effetti delle sanzioni contro la Russia, ci sono numeri che devono far riflettere. Settantadue miliardi di dollari, il costo vivo pagato dalle imprese occidentali dal 24 febbraio a oggi, secondo i dati della società d'intelligence economica Refinitiv, rilanciati anche dal Wall Street Journal.
L IMPATTO DELLE SANZIONI OCCIDENTALI SULLA RUSSIA
Centoquaranta miliardi di euro, il surplus commerciale di Mosca da inizio anno a oggi. Ottantasette miliardi di euro, il valore delle importazioni pagato dall'inizio del conflitto a oggi per le importazioni di combustibili fossili dall'Ue. Ma anche, ed è la cifra maggiore, circa duecento miliardi di dollari, moltiplicato per due. Quindi 400 miliardi. Quest' ultima è la cifra, stimata dalla Banca mondiale, che testimonia il collasso dell'economia russa nel 2022 e nel 2023.
VLADIMIR PUTIN AL FORUM ECONOMICO DI SAN PIETROBURGO
Il settimanale britannico The Economist, citato dal leader della Lega Matteo Salvini durante il forum di Cernobbio, si è chiesto quanto siano efficaci le sanzioni contro la Russia di Vladimir Putin. Domanda legittima, ma anche retorica per molti versi.
L'ultimo rapporto della Commissione europea sull'efficacia delle sanzioni impose contro la Russia è perentorio. Se è vero che l'export di idrocarburi da parte di Mosca è stato elevato, è altrettanto vero che 580 miliardi di euro di asset finanziari sono stati congelati fin dai primi giorni della guerra. A cui bisogna sommare le mancate transazioni dovute all'uscita delle banche internazionali dal Paese.
Secondo l'Institute of international finance (Iif), la lobby finanziaria globale, le ripercussioni finanziarie per Mosca devono ancora entrare a regime. «Le sanzioni introdotte dall'Europa sono diventate effettive, in molti casi, solo nel corso dell'estate. Era noto, e fra poche settimane si vedrà l'impatto», afferma l'Iif, che fra pochi giorni si troverà a Washington per il suo meeting annuale.
Gli effetti macroeconomici saranno netti. Secondo una relazione della Banca mondiale, il 2022 sarà un anno negativo per l'economia russa. Il Prodotto interno lordo (Pil) dovrebbe diminuire di oltre l'11%, il calo più consistente dal crollo dell'Unione sovietica. Stesso dicasi per il 2023. Non solo. Le stime della Banca mondiale indicano che nel 2022 il tasso di inflazione della Russia aumenterà «drasticamente», raggiungendo quota 22 per cento. Uno scenario confermato anche da Goldman Sachs, Morgan Stanley e Wells Fargo. E che potrà, secondo l'ultima casa d'affari, «solo peggiorare nel caso la guerra vada avanti fino a fine anno».
vladimir putin a kaliningrad 2
LO STOP AL GAS INSOSTENIBILE PER I CONTI DELLO ZAR
Quasi sette miliardi di euro. Le conseguenze economiche di un embargo totale da parte dell'Ue verso l'importazione degli idrocarburi russi possono essere notevoli per i conti del Cremlino. Secondo l'ultimo rapporto firmato da Mosca e diffuso da Bloomberg, un taglio completo del gas in Europa, il principale mercato di esportazione della Russia, potrebbe costare fino a 400 miliardi di rubli (6,6 miliardi di dollari) all'anno in entrate fiscali perse.
Putin centro di recupero per volatili in Kamchakta
E non sarà possibile compensare completamente le mancate vendite con nuovi mercati di esportazione anche nel medio termine, viene rimarcato. Le conseguenze macroeconomiche, secondo la casa d'affari anglo-asiatica Hsbc, possono essere devastanti. «Per due decenni la Russia ha fatto affidamento alle esportazioni di gas e petrolio. Per ora ha retto, ma con la riduzione dei consumi nell'Ue, e l'isolamento da parte degli altri Paesi, la situazione rischia di essere esplosiva", spiega una nota agli investitori istituzionali. Stesse parole quelle di Citi, che spiega come il Cremlino non sia in grado di gestire i mancati flussi «nei prossimi sei mesi». –
L'INDUSTRIA DI PUTIN RISCHIA IL CRAC: ROSSO DA 5,7 MILIARDI
Acciaio, rame, zinco, ma anche uranio, plutonio e alluminio. L'industria pesante della Federazione russa, come sottolineato dal Fondo monetario internazionale (Fmi), è in estrema difficoltà.
«I produttori di metalli stanno perdendo 5,7 miliardi di dollari all'anno a causa delle restrizioni», afferma il rapporto del Cremlino. E la conferma arriva anche dalla Banca nazionale russa, guidata da Elvira Nabiullina.
La quale ha messo in guardia, già in giugno, su una girandola di fallimenti. «L'economia metallurgica russa non può resistere a questo choc», preconizzò l'agenzia di rating Fitch in marzo, a pochi giorni dall'aggressione russa verso l'Ucraina. Ma la situazione si può complicare.
GAS RUSSO BRUCIATO AL CONFINE CON LA FINLANDIA
Sul versante delle importazioni, afferma il rapporto del Cremlino, «il principale rischio a breve termine è la sospensione della produzione per mancanza di materie prime e componenti importati». A lungo termine, l'impossibilità di riparare le apparecchiature importate potrebbe limitare in modo permanente la crescita. Fino a circa 6,4 punti di Pil, secondo la banca olandese Rabobank. –
CREDITO IN PANNE, INIZIANO A SALTARE LE RATE DEI MUTUI
Primo, il congelamento degli asset, circa 600 miliardi di dollari. Secondo, lo stop all'accesso dello Swift, il sistema di messaggistica interbancaria. Terzo, l'uscita delle banche estere dal mercato domestico. E poi il quarto giro di vite, quello sui finanziamenti diretti esteri. Per il sistema finanziario della Federazione russa le conseguenze della guerra continuano a essere intense.
«Sono destinate ad aumentare, visto che potrebbero esserci difficoltà nella gestione dei flussi di cassa per imprese e famiglie», faceva notare la banca tedesca Deutsche Bank in aprile. Detto, fatto.
In marzo l'Autorità bancaria europea ha affermato che le esposizioni verso Russia e Ucraina ammontano a circa 90 miliardi di euro, ovvero lo 0,3% dei libri contabili delle banche. Ma ha indicato un rischio più ampio: è probabile che il peggioramento delle prospettive economiche e l'aumento del tasso di inflazione colpiscano le banche danneggiando la capacità di alcuni mutuatari di rimborsare i loro prestiti. Secondo quanto detto dalla Banca centrale russa, nelle zone rurali della Federazione sta già avvenendo.
ZOOTECNIA IN GINOCCHIO, VICINO IL PERICOLO CARESTIA
A essere in ginocchio è anche l'agricoltura russa. Come sottolineato dal rapporto di Mosca, il 99% della produzione di pollame e il 30% della produzione di bovini da latte razza Holstein dipende dalle importazioni.
Anche i semi per alimenti di base come barbabietole da zucchero e patate vengono per lo più importati dall'esterno del Paese, così come i mangimi per pesci e gli amminoacidi. Gli extra costi per la sicurezza alimentare, secondo la Banca mondiale, possono superare quota 120 miliardi di dollari per l'intera nazione per i prossimi due anni. Le previsioni della Commissione europea vedono un impatto di circa 12 miliardi di euro l'anno, solo con le sanzioni odierne e solo sul settore agricolo.
PUTIN E IL GAS - BY EMILIANO CARLI
A peggiorare la situazione potrebbe essere la crisi dei fertilizzanti a base ammoniaca. Il crollo delle esportazioni, secondo Berenberg Economics, può valere fra i 18 e i 24 miliardi di dollari, dato che il Paese era uno dei maggiori produttori mondiali. E c'è di più. «Per la Russia non si può escludere - ha spiegato in aprile Oxford Economics - una gravissima carestia nella seconda parte del 2022». -
PUTIN E IL GAS - BY EMILIANO CARLI