E MENO MALE CHE XI ERA UN AMICO! – OLTRE AD AVER RIBADITO A PUTIN CHE NON INTENDE AIUTARLO NELLA GUERRA IN UCRAINA, A SMARCANDA XI JINPING HA RIFILATO A “MAD VLAD” ANCHE UNO SGAMBETTO ECONOMICO – IL LEADER DI PECHINO HA FIRMATO UN TRATTATO CHE PREVEDE UNA NUOVA ROTTA COMMERCIALE SU BINARI DALLA CINA ALL’EUROPA: UN PERCORSO CHE TAGLIA FUORI LA RUSSIA, DOVE ORA È PIÙ DIFFICILE FAR PASSARE LE MERCI A CAUSA DELLE SANZIONI

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vladimir putin xi jinping a samarcanda vladimir putin xi jinping a samarcanda

Tommaso Carboni per www.lastampa.it

 

Il dispetto dell'amico cinese, una linea ferroviaria che porta merci in Europa aggirando la Russia. Nel summit in Uzbekistan c’era in primo piano l’incontro tra Xi Jinping e Putin, un test sulla loro “cooperazione senza limiti”. Lo zar non ha ottenuto molto: nessun sostegno pubblico alla sua “operazione militare speciale” in Ucraina.

 

Vero, la Cina continua a comprare petrolio e gas salvando la Russia dalle sanzioni occidentali – e sono in programma nuove strutture di trasporto. Ma al summit uzbeko, un po' in sordina, si è firmato anche l’accordo di una rotta di commercio su binari. Questa dalla Cina all’Europa, con la Russia tagliata fuori.

 

xi jinping vladimir putin a samarcanda xi jinping vladimir putin a samarcanda

L’attuale collegamento - che passa dal Kazakistan e dalla Russia – trasporta la stragrande maggioranza del commercio ferroviario cinese con l'Europa, cresciuto da 8 miliardi di dollari nel 2016 a circa 75 miliardi di dollari nel 2021. La nuova linea ha un primo grande vantaggio: è più corta di 900 chilometri. Ma il secondo è quello più importante: evita la Russia, dove a causa delle sanzioni è più difficile muovere le merci.

 

Queste le tappe del nuovo percorso: Kirghizistan e Uzbekistan, poi Turkmenistan, Iran e Turchia. Serve alla Cina per espandere la sua influenza e diversificare i binari diretti in Europa; e ci guadagnano le nazioni dell’Asia centrale: più collegamenti, tra loro e verso la Cina.

 

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In realtà il progetto non è nuovo, se ne parla da parecchi anni senza far nulla di veramente concreto. La svolta, a quanto pare, è stata la guerra in Ucraina. La guerra, spiega un socio della China Communications and Transportation Association, ha causato “grande incertezza” per i clienti europei. Sono state usate rotte ferroviarie e marittime più lente e costose per aggirare la Russia. La nuova linea sarebbe quindi una preziosa alternativa, tutta su binari – anche perché le sanzioni è probabile che durino ancora a lungo. Xi Jinping sostiene il progetto, che invece la Russia non ha mai amato. A luglio, in ogni caso, si è aggiunto anche il via libera di Putin.

 

A maggio, i primi segni che qualcosa si stava muovendo. L’annuncio di Sadyr Japarov, presidente del Kirghizistan, che nel 2023 sarebbe iniziata la costruzione di una linea per collegare Cina, Kirghizistan e Uzbekistan. 280 chilometri con un costo di circa 4 miliardi di euro, che garantiranno ai due Stan posti di lavoro, tasse sul transito merci, e “nuove opportunità economiche”, ha detto il presidente dell’Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev.

 

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Ci sono anche molti punti interrogativi. Esperti e diplomatici stranieri dicono che ci sono state in passato troppe false partenze, e che Putin è inaffidabile. Va ricordato poi che gli investimenti esteri della Cina sono ormai in una fase di stallo: 2022 in calo rispetto all’anno precedente, e diversi paesi che faticano a ripagare i debiti accumulati per grosse infrastrutture. Uno di questi sembra proprio il Kirghizistan: è politicamente instabile e deve molti soldi ai cinesi.

 

Eppure questa potrebbe essere la volta buona. La chiave per il successo, ipotizza l’Economist, è quella di dipendere un po' meno dalla Cina, trovando fonti diverse di finanziamento. Il maggior slancio progettuale poi sembra venire dall’Uzbekistan, il cui presidente (che ha sostituito un despota dell’era sovietica) si è guadagnato negli anni il favore delle agenzie di sviluppo internazionali e dei governi occidentali.

 

erdogan con putin lukashenko e altri sinceri democratici al tavolo a samarcanda erdogan con putin lukashenko e altri sinceri democratici al tavolo a samarcanda

La Cina è comunque determinante. Ieri sul Global Times, il quotidiano governativo, si parlava dell’apertura di questo nuovo “corridoio meridionale” verso l’Europa, sottolineandone l’utilità strategica “alla luce del conflitto in Ucraina e delle crescenti tensioni geopolitiche globali”. Insomma un passo avanti per rendere la regione più collegata al resto del mondo e meno dipendente dalla Russia. Questo però il Global Times non lo dice.

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