Alberto D’Argenio per “la Repubblica”
Da un lato l'assenza di condizionalità, come chiesto dall'Italia. Dall'altro una pericolosa "sorveglianza rafforzata" da parte di Commissione e Bce. È pronto il contratto standard del Mes sanitario, le regole per l'attivazione del Meccanismo europeo di stabilità contro la crisi pandemica. In totale 240 miliardi accessibili a tutte le capitali della zona euro. Per l'Italia, se il governo deciderà di accedervi, 36 miliardi.
giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles
Il "Term sheet" preparato dal direttore generale dell'istituzione, il tedesco Klaus Regling, è stato recapitato ieri sera in via riservata alle Cancellerie dell'eurozona. Una cartella e mezzo divisa in tredici paragrafi che sarà negoziata dai governi fino all'8 maggio, giorno nel quale i ministri delle Finanze saranno chiamati al via libera finale.
meccanismo europeo di stabilita' 1
Le trattative partono oggi, con la prima riunione degli sherpa dei ministeri nazionali. Il 7 maggio ci sarà un nuovo incontro a livello tecnico, proprio alla vigilia dell'Eurogruppo. Come deciso il 9 aprile dai titolari delle Finanze e confermato il 23 dai leader Ue, il nuovo "Pandemic Crisis Support" del Mes non prevede condizionalità macroeconomiche di accesso.
Come emerge nel capitoletto sui vincoli di accesso: "I partner che richiederanno l'attivazione si devono impegnare a usare i fondi per finanziare i costi sanitari diretti e indiretti, cure e prevenzione" relativi al Covid. Queste gli unici vincoli, ben lontani da quelli applicati alla Grecia. Si tratta della formulazione frutto del compromesso tra il ministro Gualtieri e l'olandese Hoekstra all'Eurogruppo di aprile: nessuna condizionalità, ma un uso dei soldi solo per la sanità. Anche se parlando di costi "indiretti" e "prevenzione" si potrà allargare il campo.
klaus regling gli ispettori della troika ad atene
Per evitare di dare l'impressione ai mercati di debolezza, il Mes sanitario sarà a disposizione "di tutti i governi" con una valutazione sulla sostenibilità del debito condotta dalla Commissione ex ante e su tutti i Paesi della zona euro: un pro forma. Nel tentativo di non evocare i vecchi interventi del Mes, sparisce anche la necessità di firmare un memorandum: i paesi che vorranno accedervi dovranno sottoscrivere un "Pandemic Response Plan", un piano "standardizzato" identico per tutti.
EMMANUEL MACRON CHRISTINE LAGARDE
Il prestito potrà arrivare fino al 2% del Pil del 2019 e i soldi del Mes dovranno essere spesi entro un anno, periodo estendibile due volte per sei mesi ciascuna. Come in passato, l'istituzione reperirà i fondi sul mercato avvalendosi anche di "Social Bonds" per rendere i titoli più appetibili per gli investitori specializzati in finanza sostenibile (Esg).
Restano aperti tassi e tempi di rimborso del prestito. Nel "Term Sheet" si parla di 10 anni, ma tra parentesi quadra, segno che le maturità saranno discusse dai ministri. I mediterranei chiederanno di raddoppiare il termine. Il Mes opera con una tripla A, con tassi sotto lo zero, ma ha alcuni costi di gestione che dovrebbero portare il tasso di restituzione leggermente al di sopra dello zero (ieri i Btp erano all'1,78%). Inoltre il Mes adotterà un "Sistema di Early Warning" per garantire che i soldi vengano rimborsati in tempo dai Paesi creditori.
Fonti del governo italiano parlano di "una buona base di partenza negoziale". C'è però il passaggio finale sul quale si concentreranno le trattative da qui all'8 maggio. La frase è tecnica: "La Commissione europea chiarirà monitoraggio e sorveglianza in accordo con le regole del "Two Pack". Un passaggio obbligato dal Trattato del Meccanismo europeo che implica una "sorveglianza rafforzata" da parte della stessa Commissione e della Bce.
Un richiamo alla vecchia Troika (manca l'Fmi) che in teoria potrebbe portare alla richiesta di un doloroso programma di aggiustamento macroeconomico. Tuttavia nei prossimi giorni la Commissione dovrebbe chiarire l'interpretazione di questo passaggio, neutralizzandolo: se il monitoraggio trimestrale da parte delle istituzioni Ue è inevitabile, si attende la garanzia che non porterà a condizionalità aggiuntive, cambio di scenari e tantomeno a un programma in stile Grecia. In caso contrario, il nuovo Mes nascerebbe pressoché inutile.