1.“MPS VOLA IN BORSA SULL’IPOTESI DI AXA POSSIBILE ALLEATA DEL PATTO DI SINDACATO”
Vittoria Puledda per “La Repubblica”
MPS LINGRESSO DI ROCCA SALIMBENI SEDE DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA
Montepaschi vola in Borsa. Il titolo ha guadagnato il 5,77% (anche se tra scambi nella media) e, pur in assenza di spiegazioni ufficiali molti hanno attribuito il rialzo alle dichiarazioni del week end del neo-presidente della Fondazione, Marcello Clarich, che ha caldeggiato in un’intervista al Piccolo un allargamento del Patto (che ha il 9% della banca) e più in particolare ha chiamato in causa Axa.
Clarich ha dichiarato infatti che la Fondazione intende svolgere un «ruolo aggregante» con l’obiettivo di dare stabilità alla banca «sondando possibili alleanze nel Patto anche con altri soci di rilievo come Axa». La compagnia francese dal canto suo continua ad opporre un “no comment” alle ipotesi di ingresso nel Patto ma si è sempre detta molto soddisfatta dell’andamento del business in Italia e in particolare della partnership con il Monte (che rappresenta i due/terzi della raccolta premi totale in Italia, pari a 6,3 miliardi nel 2013).
Dunque è quasi naturale considerare Axa il riferimento di un’alleanza allargata e del resto l’obiettivo di allargare l’alleanza è stato più volte sottolineato anche da Btg Pactual, che insieme alla Fondazione e a Fintech fa parte del Patto. Resta da vedere che forma potrebbe prendere questa alleanza specifica, anche ove fosse gradita ai francesi (secondo alcuni osservatori l’ingresso di Axa nel Patto potrebbe scontrarsi con ostacoli di natura tecnico-giuridica legati alla sua quotazione anche negli Usa).
Il neo-presidente della Fondazione si sta spendendo molto anche per trovare una soluzione che consenta l’ingresso dei due consiglieri di Fintech e Pactual all’interno del cda della banca: il problema verrà affrontato nella Deputazione di giovedì ma vede la Fondazione impossibilitata ad un’azione di forza nei confronti dei suoi due consiglieri nominati nella banca che dovrebbero dimettersi per consentire il ricambio. Nella stessa riunione si nominerà anche il vice-presidente (dovrebbe essere superfavorita Bettina Campedelli anche se c’è anche l’ipotesi Giovanna Barni).
Per spiegare l’entusiasmo in Borsa per Banca Mps ieri non mancano le spiegazioni, compresa quella delle ricoperture legate ai forti cali precedenti. Inoltre, il calo dello spread, che ha aiutato anche le altre banche italiane, ha per ovvie ragioni avvantaggiato anche il Monte, che ha in pancia Btp per 20 miliardi di euro.
2.MPS ULTIMATUM DEI SOCI SUDAMERICANI
Camilla Conti per “Il Messaggero”
Se entro la fine del mese non sarà trovato spazio per i loro rappresentanti in consiglio di amministrazione, i soci sudamericani del Monte dei Paschi sono pronti a chiedere la convocazione di un’assemblea straordinaria con all’ordine del giorno l’azzeramento dell’intero board. Sarebbe questo l’ultimatum lanciato al neo presidente della Fondazione Mps, Marcello Clarich, da Btg e Fintech.
Ovvero gli alleati dell’ente senese nel patto di sindacato che custodisce il 9% del capitale della banca. Con la conclusione dell'ultimo aumento di capitale, infatti, l'azionariato dell’istituto di Rocca Salimbeni è stato completamente stravolto rispetto a quello che aveva nominato l'attuale consiglio di amministrazione e ovviamente chi ha scommesso oltre mezzo miliardo sul futuro del Monte adesso pretende di entrare a pieno titolo nella stanza dei bottoni.
Lo stallo delle nomine nel Monte non è solo una questione di governance bancaria ma rischia di minare la credibilità dell'Italia di fronte a due importanti investitori. Mentre, infatti, il premier Matteo Renzi punta a spalancare la porta all’arrivo di capitali stranieri, le correnti politiche locali ostacolano l'ingresso nel cda dei brasiliani e dei messicani. Secondo quanto riferiscono fonti senesi, le barricate si sono alzate sul passo indietro di almeno due dei sei consiglieri espressi dall’ente: Marco Turchi e Angelo Dringoli, entrambi legati alla politica senese.
Nelle contrade ricordano ancora quando Turchi, già sindaco revisore durante la gestione dell’ex presidente Giuseppe Mussari e multato da Bankitalia sia per le vicende di Mps sia per quelle legate alla Popolare di Spoleto, aveva sostenuto in campagna elettorale l'ex sindaco Franco Ceccuzzi insieme a Massimo d'Alema. Dringoli viene invece difeso trasversalmente da piccole componenti dell'opposizione e da alcune fronde dell’area centrista.
Antichi grovigli che hanno irritato i soci stranieri e che ora rischiano di lasciare isolata la Fondazione, terzo socio del patto di sindacato con in mano il 2,5 per cento del Monte. «I sudamericani non intendono andare via dalla banca perché il loro è un investimento di medio-lungo periodo ma se non viene trovata una soluzione per rispettare gli accordi, Fintech (che possiede il 4,5%) e Btg (2%) potrebbero sciogliere il patto aggregando altri azionisti per dare stabilità all’istituto», spiega al Messaggero una fonte vicina al dossier. Ma non solo.
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Anche se Clarich tenta di smarcarsi dalle forze politiche, rischia di ritrovarsi schiacciato dalle stesse pressioni proprio sulla nomina del vicepresidente della Fondazione: il sindaco Bruno Valentini avrebbe infatti messo il veto sul nome di Bettina Campedelli perché considerata vicina all'ex presidente Antonella Mansi. Nell’agenda di Clarich resta infine il dossier sulla distribuzione delle risorse sul territorio: l'ultimo documento approvato dalla deputazione generale parla di contenimento delle erogazioni. Per l’ente sarebbe dunque imprudente intaccare il patrimonio solo per assecondare le richieste della politica locale senza aver concluso la fase di consolidamento e avere varato anche la riorganizzazione delle società partecipate, come la Sansedoni spa, ancora affossate dai debiti.
A Piazza Affari, intanto, il titolo Mps ha archiviato la seduta di ieri mettendo a segno un balzo del 5,7% a 1,15 euro distanziando tutti sul paniere di riferimento. A spingere le quotazioni, spiegano nelle sale operative, sarebbero state le dichiarazioni di Clarich che in un’intervista al Piccolo di Trieste ha ipotizzato l’allargamento del patto ad altri azionisti come la compagnia assicurativa francese Axa. Di certo, la credibilità e soprattutto la sopravvivenza della Fondazione è legata al futuro del patto parasociale. E altrettanto sicuramente gli investitori sudamericani non hanno altro tempo da perdere.