Lorenzo Lamperti per “la Stampa”
«Il migliore risultato possibile». È diventato questo l'obiettivo annuale ufficiale del governo cinese per l'economia. Cancellato il target del +5,5% del Pil, probabilmente perché Pechino ha capito che si tratta di una meta irraggiungibile. E fallire un obiettivo non è consentito, in particolare nell'anno del XX Congresso del Partito comunista chiamato il prossimo ottobre a conferire uno storico terzo mandato al presidente Xi Jinping. L'annuncio è arrivato durante la riunione di ieri del Politburo, l'organo decisione del Partito composto da 25 membri e presieduto dallo stesso Xi.
L'intenzione dichiarata è quella di «stabilizzare occupazione e prezzi, mantenere le operazioni economiche entro limiti ragionevoli e sforzarsi di ottenere i migliori risultati possibili».
Dimenticato dunque il +5,5% fissato durante le "due sessioni" (il principale appuntamento legislativo dell'anno) dello scorso marzo. E dire che si trattava già del più basso obiettivo di crescita degli ultimi tre decenni, fatta eccezione per il 2020 con l'esplosione della pandemia di Covid-19.
Era già chiaro dopo che i dati del secondo trimestre hanno mostrato un crollo della crescita allo 0,4%, ma la rimozione del target rappresenta un'ammissione: l'economia cinese è in difficoltà. La crescita del 2,5% nella prima metà dell'anno non è sufficiente per andare oltre, secondo Reuters, a un massimo del 4% a fine anno.
Per stabilizzare l'economia, le autorità hanno aumentato gli sconti sui crediti d'imposta, accelerato l'emissione di obbligazioni speciali da parte dei governi locali per sostenere gli investimenti infrastrutturali, e ridotto le tasse sull'acquisto di automobili. Ma appare chiaro che la priorità di Pechino resta ancora il controllo della pandemia e che non ci saranno enormi stimoli per raggiungere il +5,5%.
Sulla crescita pesano ancora la guerra in Ucraina e le difficoltà del mercato immobiliare: Evergrande, sommersa da circa 300 miliardi di dollari di debiti, ha appena cambiato il management mentre cerca di approntare un piano di ristrutturazione. Ma incide ancora di più la strategia zero Covid, destinata a continuare.
A Wuhan circa un milione di persone sono tornate in lockdown dopo che sono stati riscontrati quattro nuovi contagi asintomatici in una metropoli da 11 milioni di abitanti. Governo e media continuano a ribadire che la politica della "tolleranza zero" contro il virus verrà mantenuta.
Anche a costo di abbattere le stime di crescita. «Meglio influenzare temporaneamente un po' lo sviluppo economico che danneggiare la vita e la salute delle persone, in particolare per proteggere anziani e bambini», ha detto di recente Xi proprio a Wuhan. «La perseveranza è vittoria», ripete il Partito. Ma intanto, cancellando l'obiettivo di crescita, sembra aver ammesso una parziale sconfitta.
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