NON È TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA – RICHEMONT, IL GRUPPO SVIZZERO CHE CONTROLLA CARTIER, È CROLLATO IN BORSA DOPO LA PUBBLICAZIONE DEI DATI DELUDENTI SULLE VENDITE NEGLI STATI UNITI, CALATE DEL 4% NELL'ULTIMO TRIMESTRE. E QUESTO NONOSTANTE UN FATTURATO IN CRESCITA DEL 14% – ORA TUTTO IL SETTORE DEL LUSSO, GENERALMENTE ANTICICLICO, INIZIA A SCRICCHIOLARE…

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Estratto dell'articolo di Sara Bennewitz per “la Repubblica”

 

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Lusso ma non per tutti, e così Richemont crolla sulla Borsa di Zurigo nel giorno dei conti, perché nonostante un fatturato in crescita del 14% delude negli Usa (dove le vendite calano del 4%). Insomma Cartier brilla meno della Tiffany di Lvmh e tutto il settore trema, perché anche un comparto che è per definizione anticiclico come quello dei gioielli e abiti di alta gamma, inizia a scricchiolare.

 

Per un Brunello Cucinelli che insieme ai conti del semestre ha alzato i target di tutto l’anno, da cui si attende ricavi in aumento tra il 17 e il 19%, c’è chi come Ferragamo rischia di chiudere il 2023 con un fatturato inferiore rispetto ai livelli pre pandemia.

 

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[…] Certo i ricchi di tutto il mondo continueranno a spendere nonostante tassi, inflazione e rallentamento delle economie globali, ma in tempi di crisi gli investitori diventano più selettivi soprattutto su un settore che viaggia a multipli superiori a 30 volte gli utili.

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