Emanuele Bonini per "la Stampa"
Google condannata in primo grado dal Tribunale dell'Ue. Ha violato le regole europee di concorrenza, e la maxi-multa da 2,4 miliardi di euro inflitta dall'Antitrust comunitario nel 2017 resta confermata. Ha tempo due mesi per fare appello, e il colosso del web ci ragiona.
«Esamineremo in dettaglio» la sentenza, anticipa la multinazionale a stelle e strisce, convinta che le modifiche introdotte negli ultimi anni hanno permesso di superare le riserve della Commissione europea. Per ora resta confermato l'impianto accusatorio del 2017: abuso di posizione dominante. Il motore di ricerca «favorisce il proprio servizio di shopping comparativo rispetto ai servizi concorrenti».
Il pronunciamento boccia i rimedi e le politiche introdotti da Google nel settore dell'e-commerce in questi anni, nonostante il gruppo resti convinto che «il nostro approccio ha funzionato con successo per più di tre anni». Perso il primo round legale, si annuncia battaglia. Anche perché pendono ancora altre condanne sulla casa americana.
Nel 2018 l'Ue ha comminato la multa record di 4,34 miliardi di euro per pratiche illegali sui dispositivi mobili Android e nel 2019 la sanzione da 1,49 miliardi per pubblicità illegali. Agli oltre otto miliardi di euro di conto da pagare all'Unione si aggiungono i 500 milioni chiesti questa estate dall'Autorità per la concorrenza francese per non aver negoziato in buona fede con editori e agenzie le condizioni di uso di notizie e contenuti protetti da copyright.