Estratto dell’articolo di Dario Di Vico per “il Foglio”
giancarlo giorgetti bruno le maire
Sono 17 paginette che a Roma stanno facendo il giro delle scrivanie degli uomini di governo e dell'alta burocrazia. Titolo: "Italia-Francia: Rapporto economico 2022". Co-autori: il ministero francese dell'Economia e delle finanze, l'ambasciata di Francia in Italia e il servizio economico romano della Direction générale du Trésor. Destinataria: l'opinione pubblica italiana.
Obiettivo: confutare la narrazione antifrancese di una parte significativa del governo di Roma e di larghi settori della destra sulla presunta colonizzazione della nostra economia. E dimostrare, invece, la complementarietà dei suoi sistemi allontanando la retorica dell'asimmetria e della conquista a senso unico.
[…] Il clou arriva […] con la panoramica degli investimenti incrociati. Gli investimenti diretti francesi in Italia raggiungono uno stock di 74,3 miliardi contro i 54,5 in direzione contraria ma c'è una sottolineatura nel Rapporto che ha il suo peso.
"L'ammontare delle acquisizioni di aziende francesi da parte di aziende italiane dal 2007 al 2020 è pari a 47,3 miliardi contro i 37,8" delle società transalpine nel Belpaese. E subito dopo si passa alla lista dei marchi francesi di proprietà italiana: da Canson allo Champagne Lallier, da Carte Noire al Grand-Marnier, da Moncler a Roger Vivier. Nel 2021 e nel 2022 anche gli investimenti italiani non d'acquisizione sono cresciuti - il Rapporto lo sostiene con forza - e i tre casi citati sono i 60 milioni di Iveco, i 273 di Trenitalia e i 20 di Zambon.
HUBERT SAGNIERES E LEONARDO DEL VECCHIO
Ricco l'elenco di quelli che sono individuati come "partenariati italo-francesi" da StMicroelectronics a EssilorLuxottica passando per Thalès Alenia, Euronext e ovviamente Stellantis. C'è anche Naviris, la joint venture paritetica di Fincantieri e Naval Group (30 addetti) ma un malizioso potrebbe rammentare la complicata vicenda che ha portato il sistema Francia ad opporsi duramente all'acquisizione da parte del compianto Giuseppe Bono degli Chantiers de l'Atlantique (ex StxFrance).
[…] Chi ieri ha avuto modo di consultare il prezioso materiale messo assieme dalle autorità francesi non ha potuto però osservare come sull'intricata vicenda societaria Tim-Vivendi il documento francese sorvoli, ma la carenza più evidente è un'altra: si parla di industria, commercio e infrastrutture e si tace sulla finanza.[…]
CARLOS TAVARES JOHN ELKANN - STELLANTIS
Come si può dimenticare la force de frappe rappresentata dal dinamismo e dalle acquisizioni di Crédit Agricole, dal controllo di Bnl e dalla robusta presenza in alcune casematte dell'ex Salotto Buono? […] Saltare a piè pari il ruolo degli attori più "scomodi" non è una tattica vincente.
Così come non lo è, e anzi rasenta la gaffe, il grafico di pagina 14 titolato "Alcuni top manager italiani in Francia". Che accanto a Luca de Meo, direttore generale di Renault o Francesca Bellettini, presidente e ad di Yves Saint Laurent, inserisce anche John Elkann e Francesco Milleri per i ruoli che ricoprono in Stellantis e in EssilorLuxottica.
FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO
Ma Elkann non è un manager italiano che lavora in Francia bensì con Exor il primo azionista singolo del gruppo automobilistico e Milleri non è solo il presidente e direttore generale della multinazionale degli occhiali ma anche il rappresentante dell'azionista di maggioranza Delfin. Non due manager a stipendio. […]