Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per www.repubblica.it
Si inasprisce la partita delle banche a cui è stato richiesto di uscire dalla Russia. Unicredit ha presentato un'istanza al Tribunale dell'Unione Europea per ottenere chiarimenti circa gli obblighi stabiliti dalla Bce per un’ulteriore riduzione dei rischi associati all’attività in Russia, svolte da società controllate, tra cui Unicredit Bank Russia.
"Unicredit condivide con Bce l'importanza di ridurre la propria presenza in Russia, ma ha preoccupazioni circa le modalità di attuazione di tale riduzione identificate nella decisione della Bce, che vanno oltre l'attuale quadro normativo di riferimento", scrive la banca in una nota.
Il gruppo italiano segnala di aver "intrattenuto un dialogo costruttivo con Bce. Tuttavia, le circostanze senza precedenti e la complessità del contesto socioeconomico e geopolitico, la mancanza ad oggi di un quadro normativo univoco applicabile allo scenario attuale, e le possibili gravi conseguenze derivanti dall'attuazione della decisione che ha impatto non solo sulle attività in Russia ma anche su Unicredit Spa, impongono che il cda di Unicredit ottenga certezza e chiarezza sugli obblighi e sulle azioni da intraprendere.
A questo scopo ha deciso di presentare ricorso al Tribunale dell'Unione Europea così da dirimere ogni dubbio circa gli obblighi a cui Unicredit dovrà adempiere. La Bce è stata informata di tale intenzione con totale trasparenza e largo anticipo".
"La conclusione del procedimento potrebbe richiedere diversi mesi, ma rappresenta una tappa obbligata per garantire la certezza del diritto sia per Unicredit sia per la Bce. Nelle more del giudizio, Unicredit ha chiesto la sospensione provvisoria della decisione della Bce", prosegue il comunicato.
EUROTOWER DELLA BCE - FRANCOFORTE
Dall'invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022, Unicredit ricorda di aver adottato una serie di strategie per limitare drasticamente la propria attività nella Federazione Russa, con conseguente riduzione della propria esposizione transfrontaliera del 91% e della propria esposizione locale nel Paese del 65% fino a oggi. Ulteriori sostanziali riduzioni saranno eseguite in linea con gli impegni del piano di azioni definito da Unicredit, spiega la banca che invece non sembra aver apprezzato il provvedimento della Bce sui modi per ridurre ulteriormente la presenza a Mosca.
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La mossa del gruppo bancario guidato da Andrea Orcel giunge dopo che l'autorità di Francoforte quest'anno ha aumentato la pressione su diverse banche europee, che hanno un'attività significative in Russia, affinché si ritirino dal Paese. Fra queste c'è l'austriaca Raiffeisen Bank International che ha dichiarato in aprile che la Bce avrebbe chiesto di ridurre del 65% il portafoglio di prestiti in Russia, molto più di quanto aveva pianificato. […]
La decisione di Unicredit è stata apprezzata dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani che in un messaggio su X ha tenuto a precisare: "Condivido i contenuti del ricorso Unicredit alla giustizia Ue. La Bce deve tenere conto della situazione nella quale operano le aziende italiane in Russia nel rispetto delle sanzioni Ue. Decisioni affrettate rischiano solo di danneggiare imprese italiane e dell'Ue. È quindi bene avere un quadro normativo certo".
PIER CARLO PADOAN - ANDREA ORCEL