Nicol Degli Innocenti per “il Sole 24 Ore”
Inflazione a due cifre, crescita in stallo, recessione all'orizzonte e un'ondata di scioperi: il nuovo premier, che verrà nominato il 5 settembre, avrà bisogno della bacchetta magica per gestire la difficile situazione economica e la crisi sociale in Gran Bretagna.
L'inflazione sta raggiungendo «la stratosfera», secondo Citi, che ieri ha previsto un aumento al 18,6% in gennaio, dovuto soprattutto all'incremento dei costi delle bollette. Sarebbe il livello più alto dal 1976. L'inflazione è attualmente al 10,1%, il massimo da oltre quarant' anni, e la Banca d'Inghilterra ritiene che salirà al 13,3% in autunno.
«La nostra stima aggiornata, che tiene conto dell'aumento del 25% dei prezzi del gas e del 7% dell'elettricità della settimana scorsa, è di un ulteriore rialzo dell'inflazione al 18,6% in gennaio», ha detto Benjamin Nabarro, Chief UK Economist di Citi a Londra.
Il sistema britannico prevede una revisione del tetto massimo dei costi di elettricità e gas ogni tre mesi e il prossimo ritocco è previsto in ottobre. Dato il continuo lievitare dei prezzi dell'energia, Citi calcola che il costo medio annuo delle bollette salirà dalle 1.900 sterline attuali a 3.700 sterline in ottobre per poi aumentare ulteriormente a 4.500 sterline in gennaio e di nuovo a 5.800 sterline in aprile.
Il rapido aumento del costo della vita ogni oltre previsione sta creando tensioni politiche e sociali nel Paese. I sindacati in diversi settori hanno respinto le offerte del Governo di aumenti di stipendio molto inferiori al tasso di inflazione, e questo ha portato a una serie di scioperi.
Lo scorso fine settimana c'è stata paralisi nel settore dei trasporti per lo sciopero dei ferrovieri - il sesto da giugno - mentre Londra è rimasta senza metropolitana e senza autobus. Il prossimo weekend sarà la volta dei lavoratori delle Poste ad astenersi dal lavoro. Già si prevede un autunno caldo, con milioni di dipendenti pubblici come insegnanti, pompieri e infermieri pronti a scioperare.
Anche il sistema giudiziario è in tilt e i processi sono bloccati in Inghilterra e Galles in seguito alla decisione degli avvocati penalisti, ieri, di annunciare uno sciopero a oltranza.
A partire da settembre ci sarà un'astensione dal lavoro totale che aggraverà ulteriormente l'arretrato esistente di 60mila casi giudiziari.
L'Associazione degli avvocati penalisti (Cba) chiede un aumento del 25% degli onorari per l'assistenza legale e una revisione alle modifiche del sistema che paga gli avvocati per ogni udienza alla quale partecipano ma non tiene conto delle ore di preparazione necessarie e della mole di lavoro svolta.
Secondo la Cba il compenso orario per i giovani avvocati è ormai inferiore al salario minimo garantito.
Il Governo ha offerto agli avvocati un aumento del 15% ma solo per i nuovi casi a partire dalla fine di settembre. Secondo la Cba invece l'incremento deve valere anche per i casi in corso e per l'arretrato.
I fondi aggiuntivi «costerebbero meno al Governo che non tenere i tribunali vuoti», ha detto la vicepresidente Kirsty Brimelow. Negli ultimi anni il Governo per ridurre le spese ha tagliato il patrocinio legale a spese dello Stato di oltre mezzo miliardo di sterline e questo, secondo la Cba, ha messo in ginocchio il sistema giudiziario. L'agitazione era iniziata in giugno con due giorni di astensione dal lavoro ed era poi proseguita con uno sciopero a settimane alterne.
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Ora l'80% degli avvocati penalisti ha votato a favore di uno sciopero a oltranza che scatterà il 5 settembre, proprio il giorno della nomina del nuovo premier. Il Governo ha definito «irresponsabile» la decisione della Cba che «costringerà le vittime di atti criminali ad attendere a lungo per avere giustizia».
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