alessandro pansa foto di bacco
Va bene pescare tra i civil servant, ma così si esagera. Parliamo della prassi ormai quasi consolidata di nominare ex dei Servizi o delle forze armate e di polizia nelle partecipate statali o nelle società “strategiche”.
L’ultimo caso è esploso ieri, quando a sorpresa Alessandro Pansa l’ha spuntata nel Cda di Tim contro Luciano Carta per il posto lasciato libero dall’Ad di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine. Vivendi sponsorizzava il secondo ma ha subito una sonora bocciatura, visto che il primo beneficiava dell’appoggio del governo (Palazzo Chigi è apertamente ostile a Vivendi che ha mal gestito il dossier della rete).
Carta, un lungo passato nella Finanza, è stato direttore dell’Aise, i servizi segreti per l’estero prima di essere nominato dal governo Conte alla presidenza di Leonardo. Pansa, ex capo della polizia, ha guidato il Dis, la struttura che coordina i nostri Servizi (oggi è presidente di Tim Sparkle, la controllata dei cavi sottomarini). Insomma, una sfida tra uomini degli “apparati” per un posto nel cda di una società di cui lo Stato, tramite Cdp, ha “solo” il 9,8% del capitale. Palazzo Chigi non ha gradito che Carta fosse sponsorizzato dai francesi, che invece, dal canto loro, erano convinti che di ingraziarsi il governo pescando proprio negli apparati.
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La prassi è partita con Gianni De Gennaro in Leonardo, ma ormai i casi sono tantissimi. In Fincantieri, per dire, siede l’ex generale Claudio Graziano, che ha sostituito l’ex capo del Dis Giampiero Massolo e in Eni Meloni ha spedito l’ex comandante della Gdf Giuseppe Zafarana. È invece di ieri la nomina (rivelata dal Fatto nelle scorse settimane) a capo della Security di Leonardo di Luigi Della Volpe. Generale della Finanza, è poi passato all’Aise, dove è stato vicedirettore (non confermato dal governo Meloni).
BOLLORE' DE PUYFONTAINE alessandro pansa foto di bacco