Dagoreport
A Parigi, Vincent bollorè non ha preso bene l’ultimo schiaffo ricevuto in Tim. Furibondo con il figlio Yannick e l’ad De Puyfontaine: è assurdo che Vivendi, primo azionista (23,8%) di Tim, non riesca a eleggere in cda un consigliere. Ma se la situazione è politicamente incagliata (vedi la richiesta di Palazzo Chigi a CDP di trovare un nome alternativo a quello scelto dai francesi: e Alessandro Pansa umilio’ Luciano Carta), il vertice della media company francese deve solo guardarsi allo specchio.
Il primo errore fatale fu l’accordo con l’ad Luigi Gubitosi (nominato dal fondo Elliot) senza far decadere il Cda col risultato monstre che nel Cda ci sono ancora consiglieri nominati dal fondo americano. Secondo errore di de puyfontaine: con tante società di lobbing in circolazione, perché farsi infinocchiare dall’ex dj Andrea Pezzi e nominarlo “ambasciatore” Vivendi nei palazzi romani?
Non solo: il vispo Pezzi è riuscito nell’impresa di prelevare Pietro labriola da Tim Brasil, lo promuove come Ad e dopo un anno - zac!- non lo sopporta più. Come si dice a Napule: dare la fessa in mano a criature. Ora a Bollore non resta che aspettare il 22 giugno quando il cda di Tim annuncerà la trattativa esclusiva con il fondo Kkr. Essi: è molto probabile che avremo la mitologica Rete Unica, asset strategico per eccellenza di ogni Paese, finire in mani americane…
alessandro pansa foto di bacco luciano carta foto di bacco ANDREA PEZZI henry kravis. BOLLORE' DE PUYFONTAINE