1 - «ACCORDO STORICO» A DUBAI: COMINCIA L’ADDIO ALLE FONTI FOSSILI
Estratto dell’articolo di Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera”
sultan Al Jaber - sultano degli emirati arabi uniti
«Non sentendo alcuna obiezione, è così deciso», dice veloce Sultan Al Jaber senza alzare la testa. E nella sala plenaria di Cop28 esplode l’applauso liberatorio. È finita. La telecamera delle Nazioni Unite inquadra l’inviato Usa John Kerry che batte le mani. Missione compiuta. Poi torna sull’autoritario presidente emiratino di Cop28, che ha giocato il colpo di mano dando l’annuncio dello «storico accordo» senza prima ascoltare tutti i delegati nazionali, come da tradizione. […]
«Abbiamo avviato il mondo nella giusta direzione», si autoelogia. I 197 Paesi più l’Unione europea hanno trovato la quadra su un tema che da quasi trent’anni era l’ovvietà inespressa delle Cop: per fermare il riscaldamento globale, e i suoi catastrofici effetti, bisogna smettere di bruciare carbone, petrolio e gas.
Per la prima volta i combustibili fossili sono menzionati in un documento finale. Una svolta storica, arrivata nell’anno più caldo di sempre e in una petro-monarchia come gli Emirati Arabi, che si racchiude in due parole: «transitioning away». Le traduzioni si sprecano — transitare, abbandonare, allontanarsi — e i puristi lamentano che non sia il «phase out» (l’eliminazione graduale) che oltre cento Paesi chiedevano.
Risponde per tutti il portavoce della Commissione europea per l’Energia e il clima, Tim McPhie: «Sono parole diverse per dire la stessa cosa». Nell’articolo 28, il Global Stocktake, testo chiave di Cop28, «riconosce la necessità di riduzioni profonde, rapide e durature delle emissioni di gas serra» e «invita le Parti a contribuire», in tempi e modi differenziati e determinati «a livello nazionale» (accontentando Cina, India e Paesi in via di sviluppo), con una serie di azioni.
sultan Al Jaber - sultano degli emirati arabi uniti
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Nel testo c’è molto altro, perfino troppo. Compresi dei passaggi per ammorbidire le potenze petrolifere, capitanate da sauditi e russi, che hanno chinato il capo ottenendo in cambio il riconoscimento «che i combustibili transitori possono svolgere un ruolo nel facilitare la transizione energetica» e la menzione delle «tecnologie di abbattimento e rimozione» della CO2, due loro cavalli di battaglia.
C’è, soprattutto, l’invito a «triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030», impegno fortemente voluto dall’Unione europea ma anche da Cina e Usa che su questa base hanno concordato, il mese scorso, la Dichiarazione congiunta di Sunnylands, in California.
Dietro il successo di Cop28, che sembrava destinata a diventare la Waterloo del clima, ci sono le due vecchie volpi dei negoziati: il veterano John Kerry e l’omologo cinese Xie Zhenhua. Ieri pomeriggio, la strana coppia di amici si è presentata in sala stampa, forse per l’ultimo incontro. Tra un sorriso e una stretta di mano che quasi si faceva abbraccio, si sono autoproclamati vincitori, sottolineando di aver deciso insieme di dare «il supporto necessario» ad Al Jaber. […]
2 - COSA C’È E COSA MANCA NEL TESTO DELLA COP28 QUALI CONCESSIONI PER GLI STATI PETROLIFERI
Estratto dell’articolo di S. Gan. per il “Corriere della Sera”
Manuale per comprendere il testo di Cop28.
1 Cosa è il Global Stocktake?
Come spiega il sito dell’Onu, ha il compito di «tracciare un percorso migliore per il futuro» in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Deve «identificare le lacune» dell’azione per il clima e concordare un percorso comune fino al 2030 e oltre.
2 L’articolo 6 parla di responsabilità comuni ma differenziate. Che cosa significa?
È uno dei principi chiave del diritto internazionale ambientale, formulato nel 1992 a Rio de Janeiro, e basato sulle diverse responsabilità storiche e capacità economiche dei Paesi industrializzati rispetto a quelli in via di sviluppo […]
3 L’art. 26 riconosce «che le emissioni globali di gas serra raggiungeranno il picco tra il 2020 e comunque prima del 2025» ma anche che i tempi «possono essere modellati in base alle esigenze di sviluppo sostenibile, di sradicamento della povertà e di equità ed essere in linea con le diverse circostanze nazionali». A chi è diretto?
Ai Paesi in via di sviluppo e alla Cina che si opponevano all’obbligo di un picco uguale per tutti entro il 2023. I tempi differenziati, «determinati a livello nazionale», tornano nell’articolo dedicato alle azioni da intraprendere per ottenere «riduzioni profonde, rapide e durature delle emissioni di gas serra», tramite la transizione energetica.
4 Viene citato il carbone?
sultan Al Jaber - sultano degli emirati arabi uniti
Riprendendo il testo della Cop26, è menzionata «l’eliminazione graduale (phase down) dell’energia prodotta dal carbone non abbattuto.
5 La differenza tra «transitioning away» e «phase out»?
Per alcuni è solo un gioco di parole. Il primo termine fa riferimento a una transizione, quindi implica un movimento verso un sistema diverso (le energie rinnovabili), il secondo si traduce in «eliminazione graduale», senza indicare un nuovo traguardo.
6 Cosa sono le emissioni nette zero?
L’equilibrio da raggiungere entro il 2050 tra le emissioni di gas serra prodotte e quelle sottratte dall’atmosfera.
7 Viene citato il nucleare?
Sì, in forma generica, insieme ad altre «tecnologie a zero e a basse emissioni», tra cui le energie rinnovabili e le tecnologie di abbattimento e rimozione del carbonio.
8 E il metano?
È indicato tra le emissioni diverse dalla CO2 che richiedono una «riduzione sostanziale entro il 2030».
9 Qual è la concessione ai «Paesi fossili»?
Oltre al riconoscimento dei tempi differenziati, la menzione delle tecnologie di cattura del carbonio (anche se limitate ai «settori in cui è difficile abbattere le emissioni») e il riconoscimento che «i combustibili transitori possono svolgere un ruolo nel facilitare la transizione energetica garantendo al tempo stesso la sicurezza energetica». Non si cita espressamente il gas […]
10 Quali sono i punti deboli?
Si riconosce che «il fabbisogno finanziario per l’adattamento dei Paesi in via di sviluppo è stimato in 215-387 miliardi di dollari all’anno fino al 2030». Al Jaber si è vantato che Cop28 ha mobilitato 83 miliardi di dollari. Ma i Paesi in via di sviluppo sono delusi dalla mancanza di impegni finanziari concreti per aiutarli ad abbandonare i combustibili fossili e adattarsi agli impatti climatici. […]
GIORGIA MELONI - COP28 cop28 a dubai cop28 a dubai 4 cop28 a dubai AL GORE - COP28 A DUBAI