Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”
Nella partita per il rinnovo del cda di Mediobanca, che dovrà essere decisa dall’assemblea dei soci in programma il 28 ottobre, è già partita la conta dei voti. Ieri si è riunito in Piazzetta Cuccia il patto di consultazione che raggruppa il 10,9% del capitale e ha espresso, come già successo in passato, il suo sostegno al management e dunque alla lista che è stata presentata dal cda uscente.
[…] Tuttavia la vicenda non è così scontata come potrebbe apparire. Il primo azionista di Mediobanca, Delfin, con il 19,8%, sta decidendo in questi giorni se presentare una lista di minoranza, corta o lunga, cioè con tre o sette nomi. Nel secondo caso sarebbe determinante la conta dei voti in assemblea per capire la composizione del nuovo cda.
Se la lista lunga Delfin risulterà la più votata allora i suoi sette candidati entreranno tutti in consiglio, pareggiando altri sette della lista uscente mentre un solo rappresentante spetterà ad Assogestioni se la sua lista verrà votata da almeno il 2% del capitale.
E, secondo alcuni sondaggi fatti da entrambe le parti, il conteggio porta a non vedere ancora un chiaro vincitore. La lista del cda, oltre che dal 10,8% del patto, dovrebbe essere votata dagli investitori istituzionali, che però negli ultimi tempi si sono assottigliati per effetto di alcuni rastrellamenti.
Per esempio Francesco Gaetano Caltagirone ha dichiarato di essere in prossimità del 10%, avendo raddoppiato la propria posizione iniziale che era vicina al 5%. E poi altri imprenditori, che avevano votato all’assemblea Generali del 2022 contro la lista del cda, potrebbero aver raccolto piccoli pacchetti di azioni i cui voti, come quello di Caltagirone, potrebbero andare alla lista Delfin.
Le incognite maggiori sono rappresentate da Edizione — che ha in portafoglio il 2,2% di Mediobanca e il cui cda si riunirà appena prima dell’assemblea per decidere che strada prendere — e anche da Unipol che ha il 2%. Inoltre la stessa Delfin sarebbe in contatto con alcuni fondi per cercare di convogliarli verso la sua lista. Solo il 3 ottobre, data ultima per la presentazione delle liste, Delfin deciderà che tipo di lista presentare in base agli ultimi sondaggi e alle stime di affluenza. Una decisione che il cda di Delfin prenderà in autonomia, come previsto dallo statuto, senza dover consultare i suoi otto soci con il 12,5% a testa.
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