Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo e Rosaria Amato per “la Repubblica”
È l’indennizzo l’ultimo miglio per la soluzione della lunga e complessa vicenda delle concessioni balneari, che domani potrebbe finalmente approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri. Il condizionale è d’obbligo: ieri sera, infatti, fonti di governo di primissimo livello parlavano di «una possibilità del 50%».
Al punto che non è escluso un rinvio, anche di due settimane: le 24 ore che precedono il Cdm saranno decisive per capire se la trattativa con Bruxelles andrà a buon fine. In ogni caso gli imprenditori hanno gettato la spugna: bisogna fare le gare. Anche perché sono ormai tanti i Comuni che hanno già iniziato a bandirle, spinti dalle sentenze del Consiglio di Stato […]
CONCESSIONI STABILIMENTI BALNEARI
E quindi se il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto non dovesse riuscire, come sta tentando in queste ore, a far passare a Bruxelles il nuovo termine per indire le gare (30 giugno 2027) e per la scadenza delle concessioni (30 settembre dello stesso anno), poco male, anche se si dovesse anticipare tutto al 2026.
Quello che adesso sta veramente a cuore ai balneari è una norma che stabilisca un indennizzo soddisfacente, che compensi il concessionario uscente per i beni materiali e immateriali, e cioè l’avviamento, il valore dei manufatti e delle attrezzature. Una forma di indennizzo era previsto anche dal Ddl Concorrenza varato dal governo Draghi, mai attuato per mancanza dei decreti. Ma non si tratta di un diritto: il codice della Navigazione non lo prevede, anche se non lo vieta.
PROTESTE DEI BALNEARI CONTRO IL GOVERNO
Mentre Bruxelles lo guarda con molto sospetto, perché costituirebbe un vantaggio indebito per i concessionari uscenti, e un obbligo gravoso per i subentranti. Tanto che il governo sta anche valutando l’ipotesi di addossare una parte dell’onere allo Stato, ipotesi contro la quale l’opposizione sta già tuonando […]
Dopo essersi visti sfilare la possibilità della prelazione, bocciata categoricamente da Bruxelles, ai balneari non rimane che la via d’uscita dell’indennizzo. Anche perché è in bilico anche una forma attenuata della prelazione, e cioè il maggiore punteggio previsto in gara per chi negli ultimi cinque anni ha gestito una concessione balneare, ipotesi che il governo vorrebbe inserire nella nuova bozza, ma che la Commissione potrebbe respingere.
Se l’indennizzo però diventa, come sta ragionando l’esecutivo nelle ultime ore, il residuo dei beni non ammortizzati degli ultimi cinque anni, è chiaro che si parla di una somma esigua, assolutamente inferiore a quello che i balneari si aspettano, una sorta di “buonuscita” per chi perde la gara. Da qui la prudenza di Fitto, che ieri ha anche evitato di far circolare le nuove bozze tra le associazioni di categoria. [...]
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