Estratto dell’articolo di Celestina Dominelli per “Il Sole 24 Ore”
Slitta, in extremis, il ddl di riforma dei carburanti che ieri avrebbero dovuto ricevere l’ok dal Consiglio dei ministri. Ma il muro eretto dai sindacati dei benzinai che, con una nota congiunta firmata da Fegica, Faib-Confesercenti e Figisc/Anisa-Confcommercio, a riunione ancora in corso, avevano stigmatizzato il provvedimento, definendolo «la più incauta e peggiore riforma del settore da quando in questo Paese sono cominciati i rifornimenti ai veicoli», e minacciato la serrata di tutti gli impianti, hanno convinto il governo a prendere tempo [...]
I punti di frizione principali [...] sono rappresentati dalla norma sui contratti - che prevede una serie di condizioni minime nel caso di affidamento del servizio a terzi, con durata non inferiore a cinque anni e preavviso di almeno tre mesi per la disdetta, e che i sindacati hanno bollato come «il trionfo della precarizzazione» -, e dagli indennizzi a favore dei gestori per le bonifiche degli impianti (massimo 20mila), considerati «un premio di consolazione». Ma le sigle hanno contestato anche la cancellazione del cartello dei prezzi del servito e giudicato inefficienti le misure per ristrutturare la rete e contrastare la legalità.
Insomma, i nodi sono diversi. E su questi, nei prossimi giorni, il ministero delle Imprese e del Made in Italy guidato da Adolfo Urso, principale ispiratore del Ddl, incontrerà i sindacati per provare a trovare un compromesso accettabile con l’obiettivo di portare lo schema di riassetto al successivo Cdm, che potrebbe tenersi alla fine della prossima settimana. [...]
adolfo urso - ministero del made in italy
Ci vorrà, dunque, un supplemento di riflessione perché la riforma del settore possa vedere la luce mettendo ordine a un sistema che ruota attorno a 22mila punti vendita sulla rete stradale e ai 450 su quella autostradale e che necessita da tempo di interventi di razionalizzazione per superare le inefficienze e l’eccessiva polverizzazione.
Interventi che il Ddl ha declinato prevedendo iter celeri con l’ok entro 30 giorni dalla presentazione dell’istanza, in assenza di vincoli ambientali o paesaggistici, e incentivi ad hoc (fino a un massimo di 60mila euro) per chi decide di riconvertire in chiave green gli impianti, installando colonnine di ricarica elettrica. Con la possibilità di beneficiare di un ulteriore sostegno se si procederà anche a realizzare un distributore di biocarburanti liquidi o gassosi.
NUOVI CARTELLONI CON IL PREZZO MEDIO DI BENZINA E DIESEL
Nel provvedimento sono poi contenuti degli indennizzi, sui quali però si è registrato, come detto, il niet dei sindacati, a favore dei gestori uscenti per le dismissioni e le bonifiche degli impianti, e sono previste altresì nuove autorizzazioni, a partire dal prossimo 1° gennaio, solo a chi assicurerà l’erogazione di almeno un’altra fonte alternativa ai combustibili fossili (dall’elettrico all’idrogeno). Rendendo più stringenti i criteri necessari per ottenere l’ok, a partire dalle verifiche antimafia e dal controllo della capacità tecnico-organizzativa ed economica necessarie ad assicurare il servizio. [...]
pompe di benzina 2 adolfo urso foto di bacco (3) MATTEO SALVINI METTE BENZINA