Erika Dellacasa per "La Stampa"
COSTA ALLEGRAL'allarme è arrivato nella sede di Genova di Costa Crociere poco dopo le dieci e mezza. Un incendio è divampato in sala macchine sulla Costa Allegra al largo delle Seychelles. Una mazzata. Di più, un incubo che ritorna. A poco più di un mese dal naufragio della Costa Concordia, con 25 morti e sette dispersi, la compagnia di proprietà di Carnival si trova ad affrontare un'altra emergenza. Senza vittime né feriti. Ma, comunque, con una nave che scarroccia alla deriva in un mare a rischio pirati.
È stata subito convocata l'unità di crisi: il vicepresidente esecutivo Manfred Ursprunker, il sovrintendente della flotta Paolo Parodi e il capo del dipartimento Roberto Forlanini. «Totale fiducia nel team», ha detto il presidente di Costa Crociere Pierluigi Foschi. Tutti e tre sono indagati dalla Procura di Grosseto per il naufragio della Concordia. Ma Costa Crociere difende i suoi uomini, le loro competenze e ha affidato alle loro mani la conduzione del caso Allegra.
LA NAVE CONCORDIANon c'è posto per domande sul futuro della compagnia messo in pericolo da questo secondo colpo a un'immagine di affidabilità costruita in anni di lavoro: «In questo momento - è la risposta dei vertici - la nostra priorità è l'assistenza delle persone a bordo dell'Allegra e la conclusione delle operazioni di soccorso». Ma l'orgoglio scatta e vengono ricordate le parole di Foschi di pochi giorni fa: «La Costa è una società solidissima e non fallirà».
Forse all'ipotesi estrema del fallimento non aveva pensato nessuno, ma negli ambienti marittimi avanza l'idea di interventi radicali che potrebbero portare la compagnia lontano da Genova e decretare la fine del marchio storico Costa, ceduto dalla famiglia genovese a Carnival. Un marchio, ha detto Foschi, «massacrato dai media» e sul cui futuro il presidente non si è più detto sicuro come all'indomani del naufragio ma che, per ora, la compagnia difende.
il presidente costa crociere pier luigi foschiBisognerà aspettare marzo e due importanti appuntamenti per capire il destino di Costa Crociere, un colosso delle vacanze per mare leader nel Mediterraneo e in Europa, 2,9 miliardi di fatturato e 504 milioni di euro di utile netto nel 2010, nello stesso anno sforata la soglia dei due milioni di passeggeri. In primavera ci sarà l'approvazione del bilancio del 2011: anche se naufragi e incendi resteranno temporalmente fuori dai conti, gli azionisti non potranno fare a meno di tracciare il punto della situazione con uno sguardo al futuro.
A marzo a Miami si terrà l'annuale Seatrade, la convention delle compagnie delle crociere in cui si valuta l'andamento del mercato. Costa Crociere deve fare i conti con una nave perduta, con risarcimenti difficilmente quantificabili e con i costi della bonifica della Concordia. Un nuovo capitolo di perdite per nave in cantiere e di risarcimenti ai passeggeri si apre con l'Allegra.
Ieri sera nella sede della Costa Crociere si avvertiva il nervosismo di chi si sente sotto assedio. Pochi giorni fa, a bordo della Costa Romantica in ristrutturazione a Genova nei cantieri Mariotti, è divampato un piccolo incendio. Molto fumo, poco danno. Un incendio doloso è stata la prima valutazione dei vigili del fuoco. Ora, un incendio divampa nella sala macchine di Costa Allegra. Solo colossale sfortuna?
Anche nei piani alti della compagnia comincia a serpeggiare l'inquietudine. È ipotizzabile che la Costa sia presa di mira? Un sabotaggio? La risposta più che ufficiosa è: non possiamo saperlo. Quindi, nulla è escluso. Quando la domanda sulla dolosità dell'incendio è posta in conferenza stampa il comandante Giorgio Moretti si trincera dietro un cauto: «Lo escluderei». Ma le cause dell'incendio sono da accertare. E in Costa Crociere si spera solo che sia finita qui.
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