1 – CREDIT SUISSE, ULTIMO ATTO: «SCUSATE, VI ABBIAMO DELUSO»
Estratto dell'articolo di Lino Terlizzi per “Il Sole 24 Ore”
axel lehmann all'assemblea degli azionisti di credit suisse
Quasi cinque ore all’Hallenstadion di Zurigo, dalle 10.30 alle 15.30 circa, per l’ultima assemblea degli azionisti del Credit Suisse. Per prendere atto, tra rammarichi e critiche, del fatto che è terminato il percorso come banca indipendente. Finito in crisi dopo alcuni anni di rovesci, il secondo istituto bancario svizzero per dimensioni, che ha una storia di quasi 167 anni, viene infatti ora acquisito dalla prima banca elvetica, la Ubs.
Una acquisizione su cui peraltro né gli azionisti del Credit Suisse né quelli di Ubs hanno potuto decidere, perché è già stata varata dai vertici delle due banche, all'insegna dell’applicazione del diritto d’urgenza voluto dal Governo svizzero […]
axel lehmann all'assemblea degli azionisti di credit suisse
Gli azionisti di Credit Suisse si sono pronunciati sui conti 2022 (approvati con il 61,4%) e sul rapporto sulle remunerazioni, accolto di stretta misura (50,1%), con un voto consultivo. È stata invece respinta l'idea, avanzata da alcuni azionisti, di effettuare una revisione straordinaria sull’acquisizione da parte di Ubs; la proposta ha raccolto pochi sì e molti no, con un voto su due targato astensione. […]
Nei giorni scorsi erano stati stralciati dall’ordine del giorno due punti non secondari come il discarico, cioè l’atto formale che mette i vertici al riparo da azioni di responsabilità, e la richiesta di un bonus per i componenti della direzione, per complessivi 30 milioni di franchi, in caso di successo della ristrutturazione in cui era impegnata la banca.
assemblea degli azionisti di credit suisse
[…] «Mi scuso per non essere stato in grado di fermare la perdita di fiducia che si è accumulata nel corso degli anni, per aver deluso tutti voi», ha detto il presidente del Credit Suisse, Axel Lehman. Ora però, ha aggiunto, occorre concentrarsi sul futuro. Lehmann ha detto di voler lavorare con il presidente e il ceo di Ubs, rispettivamente Colm Kelleher e Sergio Ermotti, per trovare le «migliori soluzioni possibili», in una fusione che apre «nuove prospettive per tutti».
Il ceo di Credit Suisse, Ulrich Körner, anche lui come Lehmann entrato nel vertice della banca solo nell'ultima fase, ha detto che l’acquisizione da parte di Ubs era alla fine «l’unica via praticabile». Il risultato del 2022, con una perdita netta di 7,3 miliardi di franchi e deflussi di fondi per 123 miliardi di franchi, è «assolutamente inaccettabile», ha affermato Körner.
Un azionista ha posto domande sul deflusso di fondi, su come è nata l’acquisizione e sul prezzo di acquisto, con 1 azione Ubs per 22,48 azioni del Credit Suisse, per un importo pari a circa 3 miliardi di franchi al momento dell’annuncio, il 19 marzo scorso. Una parte di analisti e operatori ritiene che questo prezzo sia troppo favorevole a Ubs, ma Lehmann non ha commentato i termini dell'acquisizione, né sul capitolo prezzo né sui futuri tagli ai posti di lavoro.
Numerosi azionisti hanno espresso disappunto e rabbia. Ci sono state critiche per i vertici della banca, ma anche per l’autorità di vigilanza Finma e per il Governo svizzero. «Mi sento bidonato e sono anche deluso dai politici», ha detto un azionista, ampiamente applaudito. […]
2 – CREDIT SUISSE, L’IRA DEI SOCI JP MORGAN: FIDUCIA A RISCHIO
Estratto dell'articolo di Giuliana Ferraino per il “Corriere della Sera”
[…] Le scuse non sono bastate a calmare l’ira degli azionisti, che per cinque ore, prendendo la parola, uno dopo l’altro, hanno accusato i top manager di «tradimento». Ethos, advisor per i fondi pensioni e altri soci rilevanti, ha denunciato «l’avidità e l’incompetenza dei dirigenti», oltre alle retribuzioni che hanno raggiunto «livelli inimmaginabili». Mentre «gli azionisti hanno perso ingenti somme di denaro e sono a rischio migliaia di posti di lavoro».
axel lehmann assemblea azionisti credit suisse
[…] Anche il fondo sovrano norvegese, uno dei maggiori investitori al mondo, ha votato contro la rielezione di Lehmann e degli altri componenti del board, in segno di protesta. Alla fine, però, con una maggioranza molto risicata, il presidente è stato rieletto, così come altri 6 amministratori, mentre 5 su 12 consiglieri hanno scelto di non ricandidarsi (7 è il numero minimo per permettere al consiglio di lavorare per i prossimi due o tre mesi di transizione fino alla fusione con Ubs).
Gli azionisti hanno inoltre approvato (per pochi voti) la retribuzione del consiglio di amministrazione per il periodo fino al completamento della fusione, ma hanno votato contro i compensi dei dirigenti della banca.
Il salvataggio del Credit Suisse, con il takeover pilotato da parte di Ubs, però, supera i confini elvetici. Insieme al fallimento della Silicon Valley Bank in California, «rischia di minare la fiducia nel settore bancario», ha affermato il numero uno di Jp Morgan, Jamie Dimon, nella lettera agli azionisti, mettendo sotto accusa la regolamentazione bancaria. «Le banche sono state incentivate a possedere titoli di Stato molto sicuri, perché considerati altamente liquidi dalle autorità di regolamentazione e con requisiti patrimoniali molto bassi», scrive Dimon con riferimento al crac Usa. Criticando, inoltre, gli stress test della Federal Reserve, che «non hanno mai incorporato tassi di interesse a un livello più alto».
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