Marco Iasevoli per “Avvenire”
La risposta di Bruxelles a Vladimir Putin è nel tono tra il glaciale e il rassegnato con cui Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione Ue, risponde alle ultime minacce in arrivo da Mosca: «Non ascoltatelo, non ne vale più la pena...». Perché alla fine, tra sacrifici e ricadute oggettive, «l'Ue unita prevarrà».
È la cornice in cui VdL presenta le cinque proposte del governo comunitario per chiudere i conti con il gas russo e ammortizzare per quanto possibile le conseguenze dello stop alle forniture: le misure di risparmio nazionali, il tetto ai ricavi per le imprese che si sono arricchite con l'aumento dei prezzi (insomma quella che in Italia è stata definita tassa sugli extraprofitti), un'analoga misura per le aziende che trattano il fossile e hanno beneficiato del carogas, iniezioni di liquidità - attraverso aiuti di Stato autorizzati - per le utility che distribuiscono l'energia, infine il «price cap» sul metano russo.
ursula von der leyen e vladimir putin
«Proporremo un tetto al gas russo. Sappiamo tutti che le nostre sanzioni stanno mordendo in profondità l'economia russa, ma l'impatto è parzialmente attutito dai ricavi provenienti dai combustibili fossili. L'obiettivo è tagliare i ricavi per la Russia, che Putin usa per finanziare la sua atroce guerra in Ucraina».
Il pacchetto sarà domani sul tavolo dei ministri Ue dell'Energia, con l'auspicio di diventare operativo al Consiglio informale dei capi di governo di inizio ottobre. La riunione degli ambasciatori svoltasi ieri ha dato un consenso generale, ma ha anche evidenziato i distinguo: la contrarietà dell'Olanda a interventi diretti sui prezzi al mercato, l'atteggiamento ai confini della neutralità della Germania, il pressing italiano perché il tetto ai costi del gas sia generale, non solo per il prodotto russo che, come ha spiegato la stessa Von der Leyen, ormai rappresenta il 9% dell'import («Ora la Norvegia ci dà più gas di Mosca», annuncia la presidente della Commissione).
Sul punto evidenziato da Roma, VdL ha accennato genericamente all'ipotesi di fissare prezzi anche per il gas liquido, ma senza impegni specifici. Non cita, Von der Leyen, il disaccoppiamento tra prezzo del gas e prezzo dell'elettricità, rimandato a un altro pacchetto più strutturale. Insomma, c'è ancora da approfondire. Ma il segnale che la presidente della Commissione Ue ha voluto dare è quello di un'accelerazione. E già l'effetto-annuncio ha portato un calo del prezzo del gas sui mercati. Insieme alla notizia che i 27 voteranno - o dovrebbero votare - le misure a maggioranza qualificata e non all'unanimità.
Draghi accoglie con moderato ottimismo le parole di Von der Leyen, che se tradotte in fatti rappresenterebbero un suo ultimo successo politico, benché la differenza tra un tetto al solo metano russo e uno generale non sia di poco conto. Il premier in queste ore vede l'Europa fare dei passi avanti ma deve anche osservare il profondo stallo del Senato sul decreto Aiuti-bis, che va convertito prima che si vada alle elezioni. Sono in ballo 17 miliardi di aiuti ma in commissione non si è raggiunto alcun accordo.
mario draghi charles michel ursula von der leyen
In particolare, a Palazzo Madama M5s non molla sul proprio emendamento al superbonus 110%, e non accetta altre formule di compromesso per sbloccare i crediti. Lo scontro duro e in serata Letta accusa apertamente Conte: «Mette a rischio i soldi per famiglie e imprese». Il governo è preoccupato: a Palazzo Chigi non temono per la conversione del provvedimento, che arriverà in extremis, ma per il rallentamento dell'iter che comunque frena la 'messa a terra' delle risorse.
Dal punto di vista procedurale, è saltata l'ipotesi del ritiro degli emendamenti per accelerare l'iter. Si proverà ora a concedere ai gruppi una o due proposte di modifica ciascuno. In ogni caso, l'approdo in Aula del testo è slittato al 13 settembre e bisognerà trovare un accordo per evitare voti al buio. Quanto sta accadendo al Senato è anche di cattivo auspicio per i nuovi aiuti, il terzo decreto anti-rincari, su cui il Cdm imprimerà una prima accelerazione oggi pomeriggio.
URSULA VON DER LEYEN OLAF SCHOLZ MARIO DRAGHI
Draghi e i ministri infatti si riuniranno per identificare le risorse: dovrebbero essere 12-13 miliardi, 10 già individuati e circa 3 provenienti da un extragettito fiscale appena scovato dal Mef. Poi il governo chiederà al Parlamento, a inizio settimana, di approvare la decisione di utilizzare i 3 miliardi di 'tesoretto' per il nuovo decreto. Tra mercoledì e venerdì prossimo dovrebbe quindi arrivare il provvedimento.
Dubbi sull'ingresso in questo pacchetto della cassa integrazione agevolata, idem per la rateizzazione delle bollette per le imprese in sei mesi. Certa, invece, la proroga del credito d'imposta. È da trovare una formula per gli aiuti alle Pmi in crisi di liquidità, al contempo si lavora al rafforzamento del bonus sociale per le famiglie a basso reddito e ai prezzi 'calmierati' del gas per le aziende energivore che l'acquistano tramite il Gse (con contratti di lungo periodo).
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