Tim, Mef: da Corte dei conti nessuna bocciatura su operazione Netco: "Profili di sostenibilità finanziaria non sono stati analizzati"
(askanews) - "La Corte dei conti non ha espresso un giudizio preclusivo rispetto all'operazione di una Netco per l'acquisizione di TIM". Lo si legge in una nota del Mef che replica a quanto riportato da alcuni organi i stampa. Il Tesoro spiega che "i profili inerenti la sostenibilità finanziaria e la convenienza economica non sono stati analizzati in quanto la fase delle trattative non consentiva, allo stato, l'esame di dati definitivi rispetto all'operazione".
Estratto dell’articolo di Sara Bennewitz per www.repubblica.it
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La Corte dei conti a sezioni riunite, dopo aver esaminato nel dettaglio il Dpcm votato dal governo Meloni che stanzia fino a 2,5 miliardi da investire nella rete di Telecom Italia, per rilevare fino al 20% dell’infrastruttura primaria e secondaria al fianco del fondo americano Kkr, e dei cavi sottomarini di Sparkle, non da' il suo avallo all’operazione.
Nel documento della Corte si legge infatti: “[…] queste Sezioni riunite ritengono che, allo stato attuale, il contenuto della motivazione del Dpcm, e dei prospetti finanziari preliminari trasmessi, anch’essi sintetici, non appaiono idonei a suffragare adeguatamente il giudizio di sostenibilità finanziaria dell’investimento, alla stregua dei principi di completezza documentale e proporzionalità richiamati nella citata deliberazione n.16/2022”.
Morale: se Kkr andrà avanti sulla rete, per cui è stato già preallertato un cda di Telecom Italia per decidere il prossimo 3 novembre, dovrà tenere conto di come i rilievi della Corte dei Conti possono influenzare il negoziato con il Mef. Un problema che potrebbe mettere a rischio l’intera operazione, perché la rete è un asset sensibile e la discesa in campo del Mef era fatta per garantire una minoranza italiana strategica per presidiare l’infrastruttura. Ma -dicono ora i giudici contabili- senza le necessarie garanzie per le finanze pubbliche.
pietro labriola a Italian Tech Week
Tuttavia la Corte dei Conti non ha dato un secco diniego, riconosce che “Il coinvolgimento dello Stato nel capitale della NetCo trova fondamento nella volontà di assicurare un presidio pubblico di garanzia e di supervisione strategica su una rete di comunicazione essenziale per il Paese […]”. Ma esprime dei dubbi sulla struttura dell’operazione che, essendo ancora da definire, risulta poca chiara, sia nella costituzione della struttura di holding che dovrebbero controllare la rete, sia nella distribuzione dei poteri tra Kkr, il socio pubblico e eventuali altri soci di minoranza