Estratto dell’articolo di Marigia Mangano per il “Sole 24 Ore”
Primo vertice tra Marco Tronchetti Provera, numero uno di Pirelli, e il ceo di Sinochem, Jiao Jian, dopo l'intervento del Governo italiano sulla governance di Pirelli, mentre il mercato guarda a settembre, quando scadrà il patto parasociale dei soci cinesi con Silk Road sul 5% del capitale della Bicocca per capire umori e intenzioni di Pechino sul dossier degli pneumatici.
MARCO TRONCHETTI PROVERA E I CINESI DI SINOCHEM
Mercoledì […] si sarebbe tenuto un vertice tra il numero uno della Bicocca e il neo presidente della società degli pneumatici indicato dal socio cinese. Si tratta del primo contatto di persona tra le due parti dell'accordo parasociale dopo l'intervento del Governo italiano che su proposta del comitato Golden Power ha riscritto quello stesso patto imponendo limitazioni al socio cinese, primo azionista di Pirelli con il 37%.
L'incontro […] si sarebbe svolto in un clima istituzionale cordiale. […] si tratta ora di capire come si svilupperà la nuova convivenza italo cinese e soprattutto se le sensibili modifiche della governance della Bicocca imposte dal Golden Power condizioneranno nei prossimi mesi la strategia di Sinochem sulla partecipazione in Pirelli.
Lo schema uscito da Palazzo Chigi è stringente e per molti versi fa tornare i rapporti tra i soci agli accordi siglati nel 2017 e nel 2019: la holding dei soci italiani con 4 consiglieri sui 12 eletti dalla lista di maggioranza, l'amministratore delegato scelto da Camfin, la presenza di un direttore generale per realizzare il piano industriale e sovraintendere alla gestione ordinaria.
Rafforzato invece il presidio sulle materie considerate fondamentali per l'azienda. Nei patti passati si parlava di decisione motivata e nel migliore interesse di Pirelli per bocciare una proposta del capoazienda, nel provvedimento del governo è necessario invece un voto contrario dei 4/5 del consiglio per le delibere su questioni strategiche, quorum che sembra consentire a Camfin di neutralizzare ogni ribaltone. Ai cinesi, in sostanza, viene impedito di esercitare funzioni di coordinamento e controllo, ma anche di parlare e interagire con il management.
Insomma, le misure attuate producono un effetto immediato: i cinesi non possono votare, su temi critici e nomine, se non in accordo con i soci italiani. Altrimenti il loro voto non vale nulla. La situazione mette così Sinochem/ChemChina in una posizione complessa: gli investimenti di ChemChina, infatti, sono vincolati al fatto che essa detiene partecipazioni di controllo. Non è un caso che, secondo quanto ricostruito da Il Sole 24 Ore, sul tavolo del partner di Pechino ci sarebbe proprio il tema del consolidamento di Pirelli.
[…] chiaramente la modifica della governance e l'assenza effettiva del controllo dei cinesi su Pirelli, potrebbero rappresentare dei temi validi per non consolidare più quel ricco pacchetto nel gruppo della Bicocca. Quali saranno i risvolti nel caso in cui questa eventualità si presenti?
[…] Qualche segnale che aiuterà a capire le intenzioni di Pechino arriverà probabilmente anche alla scadenza di fine settembre del patto siglato da Sinochem e Silk Road, socio al 9% di Pirelli. Tale accordo disciplina i rapporti e allinea il voto dei due investitori in Pirelli sulla metà del pacchetto detenuto da Silk Road, ovvero il 5% di Pirelli. Considerando la quota di Sinochem, si arriva così a una partecipazione complessiva del 42% della Bicocca. Il patto di matrice cinese scade il 29 settembre e non prevede alcun meccanismo di rinnovo automatico.
E' evidente che qualsiasi mossa su questo accordo, rinnovo o disdetta, potrebbe essere indicativo degli umori e delle intenzioni del partner cinese, perché di fatto “libererebbe” un 5% del capitale da vincoli e obbligazioni contrattuali, ridimensionando il controllo di fatto del blocco cinese al 37%. Un inizio di “liberi tutti” che potrebbe voler dire, in prospettiva, la volontà di lasciare maggiore flessibilità sul pacchetto in Pirelli.