Estratto dell’articolo di Mario Gerevini per www.corriere.it
«Due categorie di azioni prive del diritto di voto». Saranno introdotte nella futura “Giorgio Armani spa”, quella del dopo Giorgio Armani. Lo ha deliberato un’assemblea straordinaria della società. È una novità rilevante che lascia intravedere, in prospettiva, una struttura del capitale più flessibile con l’eventuale apertura a soggetti di puro investimento, cioè senza poteri decisionali, a fianco di chi invece possiede il capitale votante.
L’azienda, interpellata, risponde con un «no comment». Nel 2016 lo stilista (uomo tra i più ricchi d’Italia), 89 anni, costituendo la Fondazione Giorgio Armani, aveva delineato il quadro della successione in un orizzonte di stabilità e definito le regole di governance della holding, cioè il nuovo statuto a efficacia differita. Entrerà in vigore quando si aprirà la successione di Giorgio Armani.
Dunque fino a quel giorno lontano il misterioso statuto rimane chiuso in un cassetto. Dall’assemblea del 2016 nulla è trapelato. Il 26 settembre il fondatore del gruppo e socio al 99,9% (lo 0,1% fa capo alla Fondazione Giorgio Armani) ha convocato un’assemblea per la «modifica dello statuto con efficacia differita». […]
Ora novità delle azioni senza voto, il cui valore non può essere superiore alla metà del capitale sociale: potranno coesistere soci che decidono e soci che partecipano; semplificando, quelli che «giocano» e quelli che «guardano». Ma entrambi con diritti patrimoniali, a partire dal dividendo.
giorgio armani a formentera da chi
Questo significa, ma sono ipotesi, una maggiore propensione all’apertura ad azionisti esterni e/o un’eventuale diversa collocazione all’interno del capitale tra la Fondazione (che sarà l’architrave o «l’ago della bilancia», come l’ha definita lo stilista), familiari e manager. […]
GIORGIO ARMANI ALLESTISCE LA VETRINA IN VIA MONTENAPOLEONE, A MILANO giorgio armani