Estratto dell’articolo di Francesco Bisozzi per “il Messaggero”
Colf e badanti evadono quasi un miliardo di Irpef all'anno e almeno 1,5 miliardi di contributi Inps. E proprio su questo fronte, quello del lavoro nero e in particolare su tasse e contributi non versati nell'ambito del lavoro domestico, che l'Agenzia delle Entrate ha acceso un faro.
Incrociando i dati evidenziati dalla Nadef, la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, con quanto rilevato dalle associazioni di settore, come Assindatcolf, secondo cui gli oneri contributivi non versati ammontano in media a 1,6 miliardi, emerge che in questo comparto il "sommerso" si mangia circa 2,5 miliardi di euro di tasse. IL
Più nel dettaglio: il cosiddetto tax gap Irpef collegato al lavoro domestico, stando alla "relazione sull'economia sommersa" integrata nella Nadef, è risultato pari nel 2020 a 904 milioni di euro. Il documento bollinato dal ministero dell'Economia indica che l'Irpef non versata dai dipendenti irregolari ammontava nel complesso a 3,8 miliardi nel 2020.
Insomma, un quarto delle entrate erariali non pervenute è imputabile a colf e badanti. Se si guarda invece al totale della base imponibile evasa nel 2020 dai dipendenti irregolari l'asticella si posiziona sopra i 33 miliardi di euro, di cui 7,8 miliardi sono associabili al lavoro domestico.
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Intanto, evidenzia l'ultimo bollettino di Assindatcolf, tra le associazioni più rappresentative del settore, nel 2022 è aumentata considerevolmente a causa dell'inflazione la spesa delle famiglie italiane per colf, badanti e babysitter. Secondo i dati del rapporto diffuso da Assindatcolf il mese scorso, le famiglie italiane hanno registrato nei primi sei mesi del 2023 un aumento medio del costo dei servizi di assistenza forniti dai collaboratori domestici pari a 58 euro (che salgono fino a sfiorare gli 80 euro netti nel caso delle badanti), il che ha inevitabilmente avuto pesanti ricadute sui budget familiari.
«Restiamo convinti afferma Assindatcolf in vista della prossima legge di Bilancio che per sostenere economicamente le famiglie, ma anche per porre un argine al dilagare del lavoro sommerso, occorra modificare la fiscalità introducendo la totale deduzione del costo che i datori sostengono per colf, badanti e baby sitter.
Una spesa irrinunciabile come quella per la non autosufficienza e per i bambini non tutti possono permettersela. È quindi fondamentale che a fianco della deducibilità fiscale si dia spazio a un assegno unico più sostanzioso e che arrivi presto la prestazione universale per la non autosufficienza». […]
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