Laura Galvagni per “il Sole 24 Ore” – Estratto
Il controllo della Banca Popolare di Sondrio è sul tavolo di almeno una grande banca d’affari americana che, secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, si è mossa per costruire una posizione di un certo peso nel capitale del gruppo valtellinese. Il pacchetto di titoli in allestimento è del 10%.
L’operazione sarebbe nata per favorire l’eventuale ascesa di un’altra grande banca, italiana. A tal proposito, le tracce porterebbero verso UniCredit. L’istituto, contattato in merito, ha risposto con un «no comment, nessun commento».
Come è noto, del resto, Popolare di Sondrio ha già un socio di riferimento importante con il quale ha stretto da tempo anche un accordo di bancassurance. Si tratta del gruppo Unipol che proprio il settembre scorso ha raddoppiato la posizione nel capitale della banca salendo a ridosso del 20%. Una quota, come detto, al servizio soprattutto dell’impianto strategico della compagnia assicurativa che punta a veicolare i prodotti anche sulla rete bancaria, non a caso è socia rilevante anche di Bper.
Proprio ieri, peraltro, l’amministratore delegato dell’istituto valtellinese, Mario Alberto Pedranzini, a margine della riunione del comitato esecutivo dell’Abi, ha sottolineato che Unipol è «un socio eccellente», con cui i vertici della banca hanno «un rapporto ottimo». Che, fino ad ora, ha rispettato quella che è la natura stessa dell’istituto, molto legato al territorio e alla propria autonomia.
Pedranzini in un eventuale confronto certamente giocherebbe un ruolo di primo piano.
Difficile in ogni caso immaginare uno scenario di scontro, soprattutto per la natura stessa degli attori in campo. Unipol è prima di tutto un assicuratore fortemente concentrato nei piani di crescita e che usa la leva delle partecipazioni bancarie come mezzo per ampliare e rafforzare la rete distributiva.
Ecco perché secondo gli addetti ai lavori, è assai improbabile vederlo coinvolto in una contesa per il controllo di una banca, che allo stato attuale capitalizza peraltro circa 2,7 miliardi di euro. È sempre stata la partecipata Bper, del resto, a giocare anche nel passato più recente simili partite.
Basti ricordare lo schema utilizzato per la spartizione degli sportelli Ubi nell’ambito dell’Opa di Intesa Sanpaolo con Ca’de Sass in prima fila nell’operazione di acquisto dell’istituto e Bper pronta ad assicurarsi poi un pezzo della rete.
La strategia di Orcel
Quanto a UniCredit, ieri il ceo Andrea Orcel, presente al World Economic Forum di Davos, ha voluto ricordare alcuni tasselli chiave dei potenziali piani di crescita del gruppo. Da un lato la zona di maggior interesse che, per un possibile consolidamento, sarebbe quella dell’Europa Centro-orientale che, tolti alcuni singoli Paesi, «è sempre andata avanti piuttosto bene» e anche in virtù di questo l’istituto «è molto positivo su quell’area».
UNICREDIT NON STA COMPRANDO AZIONI POP SONDRIO
(Reuters) - UniCredit (BIT:CRDI) non sta comprando azioni di Pop Sondrio e bolla come "rumore" le ipotesi di stampa secondo cui l'istituto sarebbe dietro l'acquisto di una posizione consistente nel capitale dell'ex popolare da parte di una banca d'affari.
"No", ha risposto l'AD di UniCredit Andrea Orcel alla domanda di Bloomberg Tv se l'istituto di credito stia acquistando azioni della Popolare di Sondrio.
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IL QUARTIER GENERALE UNICREDIT A MILANO
"Ogni volta che vengo intervistato c'è qualcosa. Ieri era Commerzbank (ETR:CBKG), oggi Popolare di Sondrio... Siamo molto disciplinati nel dire: è strategico? E si adatta in termini di valutazione?", ha detto Orcel.
"Sappiamo cosa è strategico, ma le valutazioni sono disallineate. Quindi ci sono molti intermediari e molto rumore da parte di chi cerca di creare transazioni ma i numeri non tornano", ha aggiunto Orcel.
Pop Sondrio non ha commentato le indiscrezioni.
Il numero uno di UniCredit, considerato uno specialista dell'M&A e per tale motivo al centro di speculazioni su possibile mosse del gruppo anche alla luce della sua ampia dotazione di capitale, ha ribadito la sua posizione in tema di consolidamento quale potenziale strumento per accelerare la crescita, ma solamente alle giuste condizioni.
Ieri parlando a Cnbc a Davos, Orcel ha detto che, nonostante le fusioni bancarie a livello europeo siano necessarie, l'assenza di una vera unione bancaria europea e lo squilibrio tra valutazioni e fondamentali degli istituti di credito ostacolano il processo rendendo "difficile se non impossibile" qualsiasi operazione transfrontaliera.
Intanto le ipotesi stampa odierne hanno alimentato le speculazioni di mercato su possibili grandi manovre nell'azionariato di Pop Sondrio, il cui titolo a Piazza Affari segna un rialzo del 3,5% con scambi intensi.
Sempre in borsa, UniCredit guadagna il 2% dopo una partenza piatta, in attesa anche dei conti 2023 che saranno discussi dal Cda domenica 4 febbraio, invece che il primo del mese come previsto inizialmente.
GOLDMAN SACHS - CHINA INVESTMENT CORPORATION - FINANCIAL TIMES
Lo scorso settembre il gruppo Unipol (BIT:UNPI) ha raddoppiato la sua quota in Pop Sondrio salendo fino a quasi il 20%, una mossa considerata dal mercato funzionale ad una eventuale fusione tra l'istituto valtellinese e Bper (BIT:EMII), banca di cui il gruppo assicurativo è il primo azionista con una quota di quasi il 20%.