Francesco Spini per “La Stampa”
Si chiudono con un rosso di 483 milioni di euro i primi sei mesi di Tim, con il secondo trimestre negativo per 279 milioni. L'ad Pietro Labriola, però, porta in consiglio una revisione al rialzo delle stime dell'ebitda per l'anno, e le relative indiscrezioni già nella giornata di ieri portano il titolo a guadagnare in Borsa il 3,87% a 22,27 centesimi.
«Avevamo promesso di fare meglio di quanto previsto e stiamo mantenendo l'impegno nonostante il contesto macroeconomico», si legge nella presentazione che l'ad terrà oggi con gli analisti. «E i risultati del primo semestre ci danno la fiducia di rialzare le nostre stime per l'anno».
L'ebitda organico così non scenderà tra il 10 e 13%, come nelle previsioni precedenti, ma limiterà il calo alla parte alta della singola cifra, tra il 7 e il 9%. Il pur leggero cambio in corsa arriva a valle di conti che presentano ricavi da servizi a 7 miliardi di euro, sostanzialmente stabili (-0,7% nel dato organico), e un margine operativo lordo che, sempre al netto di poste non ricorrenti, cala del 10,8% a 2,95 miliardi (-17,3% il dato italiano) pur segnalando nel secondo trimestre (chiuso con un'ultima riga negativa per 149 milioni) una tendenza in miglioramento dell'ebitda con un pur pesante -8,5% a 1,56 miliardi.
Nei sei mesi, inoltre, l'azienda realizza risparmi per 200 milioni nei costi operativi, pari al 70% di quanto programmato per l'intero anno e alza le stime di risparmi nell'ambito del «transformation plan» a 1,5 miliardi contro 960 milioni precedenti grazie a risparmi su capex e leasing. Oltre a questo giungono buoni segnali dal Brasile, dove i ricavi salgono del 15,4% «in accelerazione».
Viene quindi segnalato il trend favorevole del business Enterprise, una delle unità in cui verrà suddivisa la nuova Telecom che si dividerà tra la rete (NetCo) e i servizi, con Consumer, Brasile e, appunto, la società dedicata ai grandi clienti e alla pubblica amministrazione. Enterprise vede i ricavi da servizi di propria spettanza in aumento di circa il 9% sull'anno scorso, soprattutto grazie alla crescita del business cloud, a +62%.
Sale di 2,26 miliardi il debito, a 24,68 miliardi di euro. Pesano l'acquisizione di Oi in Brasile e l'acquisto di frequenze, in attesa di incassare, tra questa e la prossima settimana, gli 1,3 miliardi della vendita ad Ardian della quota indiretta in Inwit di Telecom. Intanto è andata a buon fine la trattativa con Dazn, di cui TimVision non avrà più l'esclusiva, risolvendo anche la grana con l'Antitrust.
Nel frattempo il vice direttore generale Stefano Siragusa ha ufficializzato le dimissioni «in via consensuale» dal gruppo, come segnala una nota in cui si riporta il ringraziamento del cda «per l'importante lavoro svolto e per i risultati di particolare rilievo raggiunti». Al suo posto, a capo della rete e del «wholesale» (il business all'ingrosso), arriva Elisabetta Romano. La manager è entrata nel gruppo Tim nel 2018, fino a diventare ad di Sparkle, società che gestisce la rete internazionale e di cui manterrà la guida. -
ELISABETTA ROMANO - TIM pietro labriola PIETRO LABRIOLA STEFANO SIRAGUSA pietro labriola