Estratto dell’articolo di Michele Di Branco per “il Messaggero”
L'inflazione scende di quasi mezzo punto trascinata verso il basso dal calo del "fattore energia" mentre dopo sette mesi di crescita continua il tasso di occupazione innesta la retromarcia. Segnali in chiaroscuro per l'economia italiana. Ad agosto il caro prezzi si attesta al 5,5% su base annua in calo rispetto al 5,9% di luglio.
Mentre l'occupazione a luglio segna una battuta di arresto e diminuisce di 73 mila unità rispetto alla rilevazione precedente. Da rilevare, però, che il numero degli occupati rimane comunque superiore di 362 mila a quello di luglio 2022. I prezzi al consumo in Italia elaborati dall'Istat si confermano in linea con il dato europeo, 5,3%: questa è la rilevazione media Eurostat per agosto che però non evidenzia un calo rispetto a luglio a causa dei rialzi in Francia e Spagna.
LA DECELERAZIONE
La decelerazione del tasso di inflazione - spiega l'Istat - si deve prevalentemente al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +7,0% a +5,7%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,6% a +5,9%), degli alimentari non lavorati (da +10,4% a +9,2%), dei servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +1,2%), dei beni durevoli (da +5,4% a +4,6%) e, in misura minore, degli alimentari lavorati (da +10,5% a +10,1%).
[…] Resta ancora elevato però sebbene in decelerazione, il ritmo di crescita dei prezzi del cosiddetto "carrello della spesa": i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un ulteriore rallentamento in termini tendenziali, da +10,2% a +9,6%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto subiscono un'accelerazione da +5,5% a +7,0%).
La discesa un po' troppo pigra dell'inflazione preoccupa le associazioni dei consumatori. Con un tasso generale di inflazione pari al +5,5% - calcola Assoutenti - una famiglia "tipo" si ritrova a subire un aggravio di spesa pari a 1.609 euro annui, che sale a 2.084 euro per una famiglia con due figli.
Intanto, come ricordato, a luglio, dopo sette mesi di crescita, l'occupazione diminuisce di 73 mila unità rispetto al mese precedente. Il numero degli occupati scende a 23milioni 513mila, pur rimanendo superiore di 362mila a quello di luglio 2022, per effetto dell'aumento dei dipendenti permanenti e degli autonomi che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine. Il tasso di occupazione giovanile a luglio cala al 22,1% (-0,2 punti). Il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni invece sale (+0,1%, pari a +14mila unità) tra gli uomini e tra chi ha meno di 35 anni d'età. Il tasso di inattività è stabile al 33,5%.