Fabio Savelli per il “Corriere della Sera”
Destinazione Australia. Parte occidentale di Sydney. Sta per nascere un nuovo aeroporto. Taglio del nastro: 2026. «In una delle aree più calde del pianeta», ha commentato il liberale Stuart Ayres all'australiano Daily Telegraph riferendosi al buco dell'ozono e certificando così che servono anche laggiù infrastrutture sostenibili.
Lo sviluppo immobiliare del quadrante occidentale della metropoli australiana restituisce all'italiana Webuild, controllata dalla famiglia Salini ma con un azionariato che include anche Cdp e il ceto bancario, un'opportunità storica per espandersi, ampliare il fatturato che ora supera i 10 miliardi (e il portafoglio ordini ad oltre 43).
Possibilmente realizzare un tracciato della nuova linea metropolitana di Sydney in consorzio con altri operatori. Il general contractor, che detiene il 78% del raggruppamento di imprese, è stato selezionato come miglior offerente.
Ma l'espansione nel Commonwealth, dopo gli investimenti (e le commesse strappate negli Usa) segnalano una crescita per Webuild in un'area del mondo in cui stanno piovendo grandi capitali per grossi investimenti infrastrutturali. Ecco perché Webuild - che in Italia sta realizzando tutte le maggiori infrastrutture - sta dirottando personale, progetti e capitali da quelle parti.
Non è un caso che ieri ha comunicato l'acquisto dell'intero capitale dell'australiana Clough Limited, tra le principali realtà di ingegneria e costruzioni del Paese, con oltre 100 anni di storia e 4,8 miliardi di euro di commesse. Un'operazione condizionata all'ok dell'assemblea dei soci, un modo soprattutto per entrare in Australia acquisendo competenze da chi lavora nelle grandi opere. Webuild a ottobre ha consegnato un progetto che prevede 8,5 km di linea ferroviaria e tre stazioni, incluso il collegamento all'aeroporto internazionale di Perth.
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