Estratto dell’articolo di Andrea Rinaldi e Daniela Polizzi per il “Corriere della Sera”
Non solo a Roma. Anche nella piazza finanziaria di Milano […] hanno ricominciato a prendere quota ragionamenti e analisi su un possibile [risiko] bancario; un riassetto che la fiammata degli utili da margine di interesse aveva messo in secondo piano.
E tutto, ancora una volta, converge sulla più «bella del reame»: il Monte dei Paschi. Gli investitori tornano a scommettere sull'aggregazione tra il Monte e Banco Bpm e spingono i rispettivi titoli. Il crocevia dell'operazione è ovviamente il Tesoro, azionista con il 64,2% di Mps, e il mercato si attende da Roma un segnale in direzione di Piazza Meda per iniziare una valutazione della banca senese.
Non è un mistero che il governo abbia già messo in agenda l'accelerazione del suo disimpegno dall'istituto di credito toscano, di cui è azionista con il 64,2%. Lo impongono gli accordi con l'Europa e non farebbe male alle casse dello Stato visto che secondo i calcoli di alcuni analisti, Deutsche Bank per prima, la plusvalenza destinata al Mef si aggiungerebbe intorno ai 400 milioni di euro, a fronte della consegna all' aumento di capitale di un anno fa da 1,6 miliardi (2,5 miliardi la ricapitalizzazione complessiva).
LUIGI LOVAGLIO MONTE DEI PASCHI DI SIENA
Al guadagno ha contribuito la corsa del titolo, oggi a 2,63 euro, che ha ricevuto la spinta dal lavoro di ristrutturazione e rilancio condotti dal ceo Luigi Lovaglio. A testimoniare la riapertura del dossier sul Monte anche dagli acquisti che ieri hanno vivacizzato le azioni Mps a Piazza Affari, le migliori del listino per tutta la giornata (+1,94%). Ci sono però anche altre condizioni in grado di fare felice […] una banca aggregatrice. In primo luogo i crediti fiscali da imposte differite da Dta (deferred tax asset) che […] per il Monte rappresenterebbero una dote di riguardo nel caso di un'operazione di m&a.
Il Cet1 di Mps (l'indice di solidità patrimoniale, al 15,9% a inizio agosto quando Siena ha presentato i conti del secondo trimestre) potrebbe ricevere un'ulteriore spinta, da 1 a 3 miliardi di euro, nel caso in cui, il governo dovrebbe consentire di trasformare i crediti di imposta in capitale, come era stato previsto dal provvedimento temporaneo scaduto nel 2021.
Il filo rosso che porta i mercati da Mps a Banco Bpm è dato puro dalla strategia dei due istituti che puntano a svolgere il ruolo di fabbrica-prodotto che «aiuteranno a crescere quando il margine di interesse inizierà a risentire di uno scenario dei tassi in discesa », come aveva detto l'amministratore delegato del Banco Bpm, Giuseppe Castagna, che ha sempre detto di non essere interessato ad un'eventuale fusione. Piazza Meda ha in Anima il fulcro nel risparmio gestito con prodotti peraltro venduti agli sportelli di Siena.
Per Mps vale lo stesso discorso nelle polizze, in partnership con Axa, che vengono proposte anche ai clienti di Piazza Meda. Sullo sfondo, Unicredit e Bper, che restano le possibili altre candidate alle nozze con Siena. Nel 2021 Unicredit aveva chiesto un «contributo» attorno ai 5 miliardi per salvare il Monte. L'asticella poi era salita fino a 8, 5 miliardi e al ministero dell'Economia avevano preso atto di non poter andare avanti. Situazione radicalmente diversa oggi per Mps, una banca ora solida, che sta battendo i target del piano di Lovaglio. È più difficile, secondo il mercato, che si ripresenti a Siena. Poi c'è Bper, impegnata ancora a digerire l'aggregazione con Carige, e dunque più restia ad affacciarsi sul Monte.
giuseppe castagna GIUSEPPE CASTAGNA MONTE DEI PASCHI DI SIENA giuseppe castagna