L’INFLAZIONE SI PAPPA I RISPARMI DEGLI ITALIANI – IL SALDO TOTALE DEI CONTI CORRENTI DELLE FAMIGLIE ITALIANE È SCESO DI QUASI 20 MILIARDI DI EURO NEL 2022: È LA PRIMA VOLTA CHE SUCCEDE DOPO QUATTRO ANNI DI AUMENTI COSTANTI. COLPA DELL’INFLAZIONE E DEL CAROVITA, OLTRE CHE DEI COSTI DI GESTIONE DEI CONTI – E INTANTO CRESCONO ANCHE I DEBITI PRIVATI…

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1. FABI, L'INFLAZIONE ERODE I CONTI CORRENTI, -20 MLD NEL 2022 

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(ANSA) - Con l'inflazione e il carovita aumentano i debiti delle famiglie italiane. In particolare si registra un incremento dei prestiti per il consumo e una tenuta dei finanziamenti personali.

 

E' quanto emerge da una analisi della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi) sugli effetti dell'inflazione e del carovita sulle famiglie italiane. Nel complesso l'ammontare dei prestiti per entrambe le categorie a fine 2022 si è attestato a 256 miliardi di euro, in crescita rispetto a gennaio dello stesso anno (+1,5 %) e superando la tendenza al costante aumento dal 2017, pari all'1,2%.

 

2. FABI, L'INFLAZIONE ERODE I CONTI CORRENTI, -20 MLD NEL 2022

(ANSA) - L'inflazione e il carovita invertono la tendenza al risparmio degli italiani e portano ad una erosione dei conti correnti delle famiglie. E' quanto emerge da una ricerca della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi).

 

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Dopo quattro anni di costanti aumenti, nel 2022 il saldo totale dei conti correnti delle famiglie è diminuito di quasi 20 miliardi di euro. Da agosto a novembre si è registrato, infatti, un calo di 18 miliardi da 1.177 miliardi a 1.159 miliardi, con una riduzione dell'1,5%. Già a giugno, rispetto a maggio, c'era stata una prima diminuzione di 10 miliardi.

 

La vistosa inversione di tendenza sulla capacità di accumulo dei correntisti, evidenzia l'analisi della Fabi, arriva dopo un lungo periodo di incremento dei saldi dei depositi bancari: a fine 2017 l'ammontare complessivo era a quota 967 miliardi, a fine 2018 a quota 990 miliardi (+23 miliardi), a fine 2019 a 1.044 miliardi (+54 miliardi), a fine 2020 a 1.110 miliardi (+66 miliardi) e a fine 2021 a 1.144 miliardi (+34 miliardi).

 

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I dati evidenziano quasi cinque anni di risparmi (da dicembre 2017), ma con un preoccupante cambio di rotta alla fine del 2022: i conti degli italiani sono sempre cresciuti e hanno superato quota 1.000 miliardi, con una tendenza all'accumulo che ha oltrepassato i 212 miliardi di euro (somma del risparmio accumulato dal 2017 al maggio 2022).

 

La variazione annuale è stata sempre positiva e con un bilancio totale di 1.044 miliardi a fine 2019, a 1.110 miliardi a fine 2020, a 1.144 miliardi a fine 2021 e a 1.179 miliardi a maggio 2022. Se nei primi sette mesi del 2022 la liquidità accumulata dalle famiglie ha quasi sfiorato i 1.180 miliardi di euro, con una crescita - seppur più lenta rispetto al passato - dello 0,9% da inizio anno, i dati dei quattro mesi successivi confermano i timori, ormai accertati, di un "crollo di potere di acquisto - evidenzia la Fabi - che costringe gli italiani ad attingere alle loro riserve per far fronte ai maggiori costi".

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Da luglio a novembre, il totale dei conti correnti è calato di quasi 20 miliardi di euro. Il valore complessivo era di 1.178 miliardi di euro a luglio e di 1.159 miliardi di euro a fine novembre, con una riduzione di quasi due punti percentuali (-1,53%) e che dimostra che il prezzo della crisi comincia ad essere tutto nelle tasche degli italiani.

 

Inflazione: Fabi, aumentano le famiglie indebitate

(ANSA) - Con l'inflazione e il carovita aumentano i debiti delle famiglie italiane. In particolare si registra un incremento dei prestiti per il consumo e una tenuta dei finanziamenti personali.

 

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E' quanto emerge da una analisi della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi) sugli effetti dell'inflazione e del carovita sulle famiglie italiane. Nel complesso l'ammontare dei prestiti per entrambe le categorie a fine 2022 si è attestato a 256 miliardi di euro, in crescita rispetto a gennaio dello stesso anno (+1,5 %) e superando la tendenza al costante aumento dal 2017, pari all'1,2%.

 

I numeri di crescita del mondo dei prestiti finalizzati e non finalizzati arrivano come uno "schiaffo rispetto a quelle che sono le condizioni di mercato, perché non sono certamente i bassi tassi di interesse a spingere le richieste, ma piuttosto la crescente propensione a rateizzare gli acquisti, che rende contradditorio il rapporto che gli italiani hanno con economia e risparmio", evidenzia l'analisi.

 

Nei soli 11 mesi del 2022, secondo l'analisi della Fabi sugli effetti dell'inflazione e del carovita, la richiesta di prestiti al consumo non si è ridimensionata ed è aumentata di ben 5 miliardi di euro, con un tasso di crescita prossimo al 5% e ben superiore anche all'incremento medio dei mutui per l'acquisto di casa (3,8%).

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Il flusso dei finanziamenti finalizzati ha superato la cifra dei 116 miliardi di euro a fine novembre e per quanto vi siano già state più di due manovre sui tassi della banca centrale europea, l'effetto della crescita dell'inflazione incide, evidentemente, in misura maggiore sulla capacità di spesa dei cittadini. Se la tendenza alla crescita dei prestiti personali e del credito al consumo dovesse proseguire, la "sostenibilità finanziaria delle famiglie italiane potrebbe essere messa a rischio dal peso ancora più influente di rincari e dei tassi crescenti, con conseguenze sociali che corrono il rischio di diventare preoccupanti per quelle famiglie il cui ricorso al credito è già lo strumento per far fronte alle spese di istruzione, spesa, viaggi, sport, famiglia e bollette", spiega la Fabi.

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