Estratto dell’articolo di Filomena Greco, Marco Morino per “il Sole 24 Ore”
Italia a rischio isolamento da Est a Ovest, con il Frejus chiuso al traffico pesante dopo una maxi frana in Savoia avvenuta nel pomeriggio di domenica 27 agosto e con la linea ferroviaria del Brennero chiusa da ieri in Austria, nei pressi del confine di stato, sempre per colpa di una colata di terra e sassi.
Anche la ferrovia internazionale tra Italia e Francia è chiusa a seguito dello smottamento nella regione della Maurienne: tutto questo a meno di una settimana dalla chiusura del tunnel del Monte Bianco, per 15 settimane di fila, a partire dal 4 settembre prossimo.
Si aggrava così l’emergenza ai valichi alpini, dopo che a cavallo di Ferragosto sono andati in tilt i collegamenti ferroviari lungo il corridoio svizzero del Gottardo per il deragliamento di un treno merci diretto in Germania all’interno della galleria di base e mentre l’Austria, incurante delle proteste di Italia e Germania, ha già comunicato il calendario dei divieti di transito per i Tir lungo l’asse autostradale del Brennero relativi al primo semestre del 2024.
La frana che ha interessato l’autostrada A43 su territorio francese, appena al di là del confine italiano, e la tratta ferroviaria internazionale, si è staccata dal costone della montagna a Freney, riversando a valle 700 metri cubi di roccia e detriti. La A43 e la route dipartimentale 1006 sono chiuse tra Saint-Michel-de-Maurienne e Modane mentre la ferrovia è bloccata tra Modane e Chambery.
Il traffico è stato deviato su un’altra arteria stradale dove però non possono circolare i mezzi pesanti, a cui è dunque interdetto l’accesso al Tunnel del Frejus, dove possono circolare soltanto i veicoli sotto le 3,5 tonnellate di peso. Il consiglio delle Autorità è di raggiungere Milano e Torino attraverso il Monte Bianco che, tra le altre cose, chiuderà lunedì prossimo.
Sommando i mezzi pesanti che attraversano Frejus e Monte Bianco si supera il milione e 400mila unità. Il destino dei due valichi del Nord Ovest torna ad intrecciarsi come nel 2009, dopo l’incendio del tunnel del Monte Bianco e la chiusura, per due anni, del valico valdostano. Il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus sarà operativo tra fine 2023 e inizio 2024 e dovrà assorbire la stragrande maggioranza dei traffici del Monte Bianco – circa 600mila tir all’anno, in media 50mila al mese – con un aggravio atteso dell’impatto di traffico ad esempio sulla tangenziale di Torino.
[…] L’attraversamento dell’arco alpino è dunque cruciale per il benessere e la competitività dell’economia italiana, soprattutto delle nostre esportazioni, ed è un’emergenza ancora poco percepita dall’opinione pubblica. L’Italia è un Paese privo di materie prime. Le importa per trasformarle e produrre beni finali, che viaggiano verso i mercati esteri. Con l’esclusione dei prodotti petroliferi, di tutto l’import/export dell’Italia con il resto del mondo, pari a 266 milioni di tonnellate, il 60% (oltre 170 milioni di tonnellate) si svolge con i Paesi europei e deve passare per l’arco alpino. [...]
Come accennato, a seconda del valico utilizzato, le merci possono raggiungere la Francia, la Svizzera o l’Austria e continuare poi il viaggio verso altre destinazioni in tutta Europa. Pensiamo alla Spagna, alla Gran Bretagna, al Benelux, alla Polonia, alla Germania. Oggi il 66% del volume complessivo d’import-export dell’Italia con i Paesi europei viaggia su strada, il 34% su ferrovia.
Il Brennero, con 49,4 milioni di tonnellate di merce l’anno in import- export (35,6 milioni su strada e 13,8 via treno), è in assoluto il principale tra i valichi alpini: precede Tarvisio con 27,8 milioni (19,6 su strada e 8,2 su ferrovia), Ventimiglia con 20,2 milioni (19,5 su strada) e il Frejus con 13,8 milioni (11,1 su strada e 2,7 su ferrovia). Dal Monte Bianco transitano invece 9,7 milioni di merci l’anno, tutte su strada.
Ciò che accade al valico del Brennero ormai da anni, con l’applicazione delle limitazioni al transito stradale dei mezzi pesanti imposte in modo unilaterale dal Tirolo (si veda altro articolo in pagina), testimonia proprio l’esigenza di un intervento risolutivo della Commissione europea per il ripristino della libera circolazione delle merci lungo il Corridoio Scan-Med ossia lungo un asse di trasporto strategico per l’economia della Ue. Intanto in Svizzera la galleria di base del Gottardo è stata parzialmente riaperta dopo l’incidente dello scorso 10 agosto. [...]
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