Paolo Griseri per “la Repubblica”
Le vendite dell' auto calano leggermente ma a scendere molto è Fca che riduce al 22,4 per cento la sua quota sul mercato italiano, ai livelli più bassi della sua storia. I dati sulle immatricolazioni nella Penisola confermano le due tendenze di questi primi mesi dell' anno. Nel semestre il mercato italiano perde il 3,5 per cento ma il gruppo italiano scende a due cifre.
Un divario, quello tra la media generale delle vendite e le consegne del gruppo del Lingotto, che a giugno è aumentato: il mese ha chiuso con un meno 2 per cento mentre le vendite di Fca sono scese dell' 11,2. Così oggi in Italia solo un' auto su cinque è del costruttore del Lingotto.
La radiografia del mercato dice che al secondo posto nelle consegne di giugno ci sono i tedeschi di Volkswagen (16 per cento) mentre i francesi di Psa (Peugeot e Citroen) sono terzi (14). Posizioni che si scambiano a seconda dei mesi.
Quarta la Renault (12), protagonista a fine maggio del matrimonio mancato con Fca.
Le ipotesi di ripresa della trattative tra Torino e Parigi continuano a incontrare secche smentite sul versante italiano delle Alpi. Per il momento dunque, a meno di clamorosi colpi di scena, lo sviluppo di Fca dovrà basarsi esclusivamente sulla capacità di aggredire il mercato con gli attuali modelli.
È ipotizzabile, sostengono gli analisti, che il gruppo di Torino dovrà attendere la fine dell' anno o l' inizio del 2020 per poter registrare una ripresa delle vendite. Ciò che dovrebbe accadere con l' arrivo nei saloni dei concessionari dei primi modelli ibridi, a partire dalla Jeep Renegade. Il brand Jeep e quello della Lancia sono del resto i due in controtendenza nelle vendite del Lingotto e a giugno hanno fatto segnare un incremento del 9 per cento. All' inizio del prossimo anno dovrebbe poi arrivare in produzione la nuova 500 elettrica destinata ai mercati europei.
jean dominique senard con hiroto saikawa
Per ora le vendite di auto a sola alimentazione elettrica sono limitate nei numeri anche se nel confronto tra il primo semestre 2018 e quello di quest' anno il numero è più che raddoppiato e oggi sfiora le 5.000 unità. Poco rispetto al milione di vetture consegnate da gennaio a giugno in Italia. Del resto fino a quando non ci sarà nella Penisola un' efficiente rete di stazioni di ricarica, molto difficilmente gli automobilisti si avventureranno nell' acquisto di un' auto che si muove solo con la ricarica delle batterie.
Diverso è il discorso sulle vetture ibride che sono passate nel semestre da 44 mila a 58 mila, dal 3,9 al 5,3 per cento del mercato. Conferma il crollo il mercato italiano del diesel che da gennaio a giugno scende del 24 per cento mentre nello stesso periodo sale della stessa percentuale il mercato delle auto a benzina.
Gli osservatori prevedono che il 2019 chiuderà in calo rispetto allo scorso anno a meno che una diversa politica di incentivazione fiscale del governo non faccia invertire la tendenza. La fine dei superammortamenti è, secondo Gian Primo Quagliano del Centro Studi Promotor, una delle cause della flessione delle vendite «unita alle incertezze del quadro economico». Crede nella possibilità di una inversione di tendenza Michele Crisci, presidente di Unrae, l' associazione dei costruttori stranieri: «Una revisione del bollo sulla base delle emissioni inquinanti della vettura non può che favorire il rinnovo del parco circolante ». Tra le misure auspicate dai costruttori anche la diminuzione delle imposte sulle auto aziendali e l' abolizione del superbollo.
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