L’UNIONE SOVIETICA DI CUI PARLA GIORGETTI NON È NEI CONTROLLI EUROPEI, MA NELLA BUROCRAZIA ITALIANA – I COMUNI SONO SULLE BARRICATE CONTRO IL GOVERNO PER IL MECCANISMO FARRAGINOSO DI DISTRIBUZIONE DEI FONDI DEL PNRR. UN FLUSSO LENTISSIMO DA PARTE DELLA RAGIONERIA DI STATO, CHE INGUAIA I MUNICIPI: SENZA L’ANTICIPO DEL 30%, È IMPOSSIBILE MANDARE AVANTI LE OPERE. E LA SCADENZA EUROPEA DEL 2026 DIVENTA SEMPRE PIÙ UN MIRAGGIO

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”

 

GIANCARLO GIORGETTI AL MEETING DI RIMINI GIANCARLO GIORGETTI AL MEETING DI RIMINI

Doveva essere una consuetudine. È diventato, invece, un’eccezione. Così raro l’acconto per i progetti del Pnrr al punto da spingere i sindaci a denunciare «un’eccessiva e farraginosa complessità amministrativa». È un flusso lento quello che dalla Ragioneria si muove verso le casse dei Comuni, che senza l’anticipo del 30% fanno fatica a mandare avanti le opere del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

 

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti se la prende con l’Europa paragonando gli investimenti del Recovery ai «piani quinquennali dell’Unione sovietica », ma l’Urss ce l’ha anche in casa.

 

PNRR PNRR

Eppure insieme ai suoi colleghi aveva promesso un’accelerazione. Non a parole, ma con un decreto approvato dal Consiglio dei ministri il 26 febbraio. Lì dentro c’è scritto che «al fine di consentire la tempestiva attuazione degli interventi del Pnrr e il conseguimento dei relativi obiettivi entro i termini di scadenza previsti, la misura delle anticipazioni iniziali erogabili in favore dei soggetti attuatori è di norma pari al 30 per cento del contributo assegnato ».

 

il video di giorgia meloni sul pnrr 4 il video di giorgia meloni sul pnrr 4

Ma sei mesi dopo, i primi cittadini lamentano tempi dilatati e un’eccessiva burocrazia. In una lettera inviata a Giorgetti e al titolare del Piano Raffaele Fitto, l’Anci segnala «ritardi e dinieghi». I problemi non finiscono qui. La missiva […]  mette nel mirino la Ragioneria anche per «i significativi ritardi nel controllo e pagamento di rendiconti caricati e, a volte, addirittura il mancato pagamento di quelli già controllati e validati».

 

Come a dire: le amministrazioni comunali fanno il loro dovere e quindi caricano i dati sulla piattaforma di rendicontazione ReGiS, ma poi i soldi non arrivano e comunque non secondo i tempi previsti.

 

[…] I Comuni parlano di «incertezza rispetto alla documentazione da produrre» e di «un eccessivo formalismo» per cui, incalzano, «può capitare di dover mettere un timbro sulla fattura elettronica o autocertificare il pagamento dell’Iva ». Succede quindi che tocca ai sindaci anticipare i soldi che non arrivano dallo Stato. Una dinamica che si evince chiaramente dai dati della spesa dei Comuni per gli investimenti fissi lordi: l’anno scorso ha toccato quota 16,3 miliardi, mentre solo nel primo semestre del 2024 è stata pari a 8,3 miliardi, il 34% in più rispetto allo stesso periodo del 2023.

raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni

 

La richiesta ai due ministri è pronta: flessibilità. […] La proposta, però, entra in collisione con il disegno di Fitto, che ai soggetti attuatori del Pnrr, tra cui figurano i Comuni, chiede rigore: i dati devono essere caricati su ReGiS in modo puntale e soprattutto tempestivamente. Solo così, infatti, si può misurare l’avanzamento del Piano. E solo così si può capire chi è responsabile dei ritardi.

 

GIANCARLO GIORGETTI RAFFAELE FITTO GIANCARLO GIORGETTI RAFFAELE FITTO

Lo stesso decreto che aumenta la percentuale dell’acconto al 30% prevede un monitoraggio puntuale, fino ad arrivare a chiedere ai sindaci di pagare di tasca propria qualora la Commissione europea dovesse accertare il mancato o parziale conseguimento di un obiettivo. Il ministro che gestisce il Pnrr chiede puntualità: l’alternativa, complessa, è intavolare una trattativa con Bruxelles per strappare mini proroghe, oltre la scadenza del 30 giugno 2026, per gli investimenti in ritardo. Fitto le considera eccezioni, non la regola. Che è un’altra: tutti devono completare i compiti a casa entro i termini fissati dal Recovery. Senza i soldi degli anticipi, però, l’auspicio si trasforma in incertezza. Ecco perché il dossier delle piccole proroghe è stato già aperto a Palazzo Chigi. […]

giorgia meloni giancarlo giorgetti raffaele fitto giorgia meloni giancarlo giorgetti raffaele fitto

giancarlo giorgetti in conferenza stampa 5 giancarlo giorgetti in conferenza stampa 5 FINANZIAMENTI EUROPEI FINANZIAMENTI EUROPEI

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – PERCHÉ ENRICO PAZZALI, NONOSTANTE UN RAPPORTO DI “AMICIZIA DI VECCHIA DATA” CON IGNAZIO LA RUSSA, HA CERCATO NOTIZIE "SULLA SITUAZIONE IMMOBILIARE E LE PARTECIPAZIONI SOCIETARIE" DEL PRESIDENTE DEL SENATO E I SUOI FIGLI? A FAR RIZZARE PELI E CAPELLI, È LA DATA DELL'ILLECITA OPERAZIONE: 19 MAGGIO 2023. VALE A DIRE: IL GIORNO DOPO LA NOTTE IN CUI IL FIGLIO DI ‘GNAZIO, LEONARDO APACHE, AVREBBE STUPRATO (SECONDO L’ACCUSA DELLA PRESUNTA VITTIMA) UNA RAGAZZA. MA IL 19 MAGGIO 2023 NESSUNO SAPEVA QUELLO CHE ERA AVVENUTO: SOLO 40 GIORNI DOPO LA RAGAZZA PRESENTA UNA QUERELA. IL 3 LUGLIO LA PROCURA DI MILANO APRE UN FASCICOLO. IL 7 LUGLIO IL "CORRIERE" PUBBLICA LA NOTIZIA - QUALCUNO VOCIFERA CHE DI MEZZO POTREBBE ESSERCI L’ASPRA BATTAGLIA TRA LEGA E FDI, TRA SALVINI-FONTANA E LA RUSSA-SANTACHE' PER LA CONQUISTA DELLA SANITA' LOMBARDA. ALTRI SONO PER LA TESI DELL'ESTORSIONE: MA PER 'GNAZIO ''NON SI TRATTA DI COINCIDENZE" - CHE C’ENTRA UN PREFETTO A CAPO DELLA CYBERSECURITY NAZIONALE? CHIEDETELO A MANTOVANO...

DAGOREPORT - VIVA IL POPOLO, A MORTE I CONTI! IL GOVERNO DUCIONI, NEL SUO CONTINUO TENTATIVO DI STRAVOLGERE L’ASSETTO COSTITUZIONALE, HA PUNTATO ORA LA CORTE DEI CONTI, OVVERO I MAGISTRATI CHE HANNO COME COMPITO PRIMARIO IL CONTROLLO DEI CONTI DEL PAESE – C’È GRANDISSIMA PREOCCUPAZIONE TRA I MAGISTRATI DELLA CORTE PER LA RIFORMA CHE PASSA CON IL NOME DI DDL FOTI, CHE SVUOTA LE FUNZIONI DELLA CORTE - LA DUCETTA NON SI FERMA. E INIZIA UN ALTRO ATTACCO ALLA MAGISTRATURA. CHE COSA FARÀ IL PRESIDENTE MATTARELLA?

DAGOREPORT - LA SCONFITTA IN LIGURIA CONTE PUÒ TATUARSELA SULLA COSCIENZA. UN GIOCO AL MASSACRO, QUELLO DEL M5S, CHE SI TRASFORMA IN FARSA, VISTO CHE ITALIA VIVA, ESCLUSA CON IGNOMINIA DALL’ALLEANZA ELETTORALE IN LIGURIA, SARÀ PRESENTE A SUPPORTO DEL CAMPOLARGO SIA IN UMBRIA CHE IN EMILIA ROMAGNA – LA FORZA CHE MANCHERA’ SEMPRE ALLA SINISTRA SI CHIAMA “FATTORE BERLUSCONI”. OVVERO: PUR NELLA TOTALE DIVERSITÀ DI IDEE, NEL MOMENTO DECISIVO FORZA ITALIA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SI UNISCONO PER INCASSARE LA CUCCAGNA DEL POTERE - LA SOLITA PARACULAGGINE CON CUI GIORGIA MELONI HA PROVATO A GIUSTIFICARE LA PERDITA DI QUASI 100MILA VOTI RISPETTO ALLE EUROPEE - LA LEZIONE PIÙ EVIDENTE DEL VOTO LIGURE È CHE IL PD, CHE ELLY VUOLE FAR TORNARE UN PARTITO DI SINISTRA, SENZA UN SOLIDO ALLEATO DI CENTRO VA A SBATTERE - SE IL GOVERNO DUCIONI PORTA A CASA IL 3 A 0...