1. WALL STREET JOURNAL: “RAFFINERIA DI PRIOLO ELUDE SANZIONI, COSÌ IL PETROLIO RUSSO ARRIVA NEGLI USA”
La Russia riuscirebbe a eludere le sanzioni sul greggio - imposte a causa della guerra in Ucraina - tramite la raffineria di Priolo in Sicilia, la quinta più grande d'Europa, di proprietà della LUKoil. Lo rivela un'inchiesta del Wall Street Journal. Il giornale statunitense mostra come la raffineria in Italia sarebbe una sorta di stazione di passaggio dove il greggio russo diventerebbe di fatto italiano, dopo la raffinazione, arrivando infine negli Stati Uniti.
GIUSEPPE GIANNI SINDACO PRIOLO
Nel mese di giugno 2022, Cartabianca aveva documentato la crisi che potrebbe paralizzare l'indotto di Priolo proprio in vista delle sanzioni. Il problema sul petrolio russo esiste e come dichiarò il sindaco Giuseppe Gianni l'unico modo per consentire la sopravvivenza del sito sarebbe concedere all'azienda italiana, controllata dalla compagnia petrolifera russa LUKoil, di acquistare greggio anche in altre parti del mondo e non soltanto dalla Russia.
2. PETROLIO RAFFINATO IN ITALIA E POI ESPORTATO «COSÌ MOSCA AGGIRA L'EMBARGO DEGLI USA»
Estratto dell’articolo di Mar. Vent. per “il Messaggero”
Serbatoi pieni per sette milioni di automobili negli Stati Uniti, grazie al petrolio russo raffinato in Italia. Per la precisione nella raffineria di Priolo Gargallo nel Siracusano, la più grande del Paese, la quinta in Europa, che vale il 20 per cento del volume trasformato in Italia e dà lavoro a mille persone, altre duemila con l'indotto, fino a 10mila se si considerano le aziende variamente collegate. Un valore finanziario di circa 600 milioni di euro l'anno, più della metà del Pil di Siracusa.
inchiesta del wall street journal sulla raffineria di priolo in sicilia 6
[…] Un sistema per aggirare, senza eludere. Che potrebbe, invece, diventare illegale dal 5 dicembre con l'entrata in vigore dell'embargo Ue. Il punto è che le sanzioni imposte da Washington alla fine di febbraio non vietano qualsiasi importazione. I giornalisti del Wsj spiegano che negli Stati Uniti «le sanzioni stabiliscono un'eccezione per tutti i beni di origine russa trasformati in prodotti fabbricati all'estero».
Dal punto di vista americano non di elusione si tratta, semmai di un buco nei provvedimenti, forse non accidentale, che si traduce in una misura ambigua. Senza responsabilità da parte italiana. […] Gli impianti di Priolo sono gestiti da Isab, controllata dalla svizzera Litasco Sa, proprietà di Lukoil, la maggiore società petrolifera privata russa.
[…] Il problema si porrà il 5 dicembre. E riguarderà l'economia siciliana e i lavoratori. Se ne sta già occupando il governo. Nei giorni scorsi i ministri dell'Economia e delle Imprese, Giorgetti e Urso, hanno registrato positivamente la decisione tecnica del comitato di sicurezza finanziaria del Mef per cui Isab non è sottoposta a misure restrittive Ue. «Il governo - ha annunciato Adolfo Urso - sta seguendo alcune ipotesi di investimento o acquisizione di questa impresa per consentirle di andare oltre la fatidica data in cui scatteranno le sanzioni europee». Il greggio russo lavorato a Priolo inizialmente era il 30 per cento del totale, passato al 93 per cento dopo l'invasione russa e l'esaurirsi dei finanziamenti delle banche europee a Isab. Non è escluso il soccorso di Sace.
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