Estratto dell’articolo di Andrea Deugeni per “Milano Finanza”
giorgia meloni giancarlo giorgetti
Sarebbero gli esperti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), […] le parti tecniche indipendenti ascoltate sul dossier Pirelli dal Comitato di Coordinamento per il Golden Power della presidenza del Consiglio. Uno schema che ricalcherebbe quello del 2021, in cui nell’istruttoria aperta dal governo Draghi sull’acquisizione – poi stoppata - di Verisem da parte di Sygenta (gruppo ChemChina ora Sinochem, lo stesso al 37% della Bicocca) vennero convocati anche i ricercatori dell’ente sottoposto alla vigilanza del Ministero dell'Università. […]
[…] l’istruttoria […] si concluderà nelle prossime due settimane, con una deadline del 23 giugno (pena la decadenza dei poteri d’intervento per scadenza dei termini). Al termine delle indagini, il premier Giorgia Meloni, che si muove nelle strette maglie dell’alleanza atlantica ai tempi della nuova guerra fredda Usa-Cina, deciderà se prendere provvedimenti rispetto al controllo del colosso guidato da Marco Tronchetti Provera.
Ieri al centro dei colloqui ci sono state le valutazioni sui rischi effettivi di espropriazione tecnologica conseguenti a un’integrazione dei sistemi informatici delle controllate del gruppo Pirelli in Cina con quelli di Sinochem, ufficialmente per una condivisione simultanea delle informazioni.
Il colosso della Bicocca, leader nel settore anche grazie al ruolo di fornitore unico per la Formula 1, sta sviluppando una tecnologia per incorporare sensori negli pneumatici delle auto elettriche ed ibride che migliorino le prestazioni e la raccolta dei dati. Proprio quei dati però sono sensibili anche in chiave di geolocalizzazione e hanno dunque allertato il comitato dei poteri speciali di Palazzo Chigi.
MARCO TRONCHETTI PROVERA E I CINESI DI SINOCHEM
Ma a preoccupare il management italiano di Pirelli e ad allungare i tempi dell’istruttoria è la crescente e ingombrante interferenza di Sinochem nella gestione del gruppo, anche con richiami espliciti ai dettami del XX congresso del Partito comunista cinese. Al vaglio c’è anche il nuovo patto di sindacato firmato a novembre 2022 tra Camfin e il socio cinese ma non ancora entrato in vigore in attesa delle decisioni dell’esecutivo.
Oltre ad assegnare un consigliere in più agli azionisti cinesi rispetto alla governance disegnata nel 2017, l’accordo non assicura una continuità nella guida italiana dell’azienda in caso di dimissioni di Giorgio Bruno, ovvero ill ceo designato da Tronchetti come proprio successore. Camfin, la finanziaria che fa capo a Tronchetti, ha in portafoglio il 14,1% di Pirelli. Complessivamente i soci italiani controllano il 20,1% grazie al patto di consultazione Camfin-Brembo (al 6%).
Il dossier è molto delicato perché, oltre a toccare gli assetti di una grande quotata, può avere ricadute negativi sugli affari dei gruppi italiani nel Dragone e sugli investimenti delle società cinesi in Italia. Il governo starebbe valutando le pieghe della legge per preparare un pacchetto di restrizioni, come poteri di veto che impediscono a Sinochem di prendere, anche se in maggioranza, decisioni chiave, escludendo quindi l'investitore orientale da nomine e scelte su tecnologie strategiche. Intanto in borsa il titolo soffre: in un mese -7,3%.