Estratto dell'articolo di Federico Formica per www.repubblica.it
Continua la battaglia tra Ryanair e le agenzie di viaggio. Stavolta sono queste ultime a sferrare l’offensiva portando in tribunale la compagnia aerea attraverso un’azione collettiva di concorrenza sleale. Lo ha fatto la Fiavet, l’associazione di categoria che aderisce a Confcommercio e riunisce circa 1400 tra agenzie e tour operator. L’atto di citazione è stato notificato a inizio luglio al tribunale di Milano e per metà dicembre è attesa la prima udienza.
Al centro della disputa c’è la vendita dei biglietti aerei, che Ryanair effettua solo sul proprio sito.
[…] Se ad acquistare è un singolo viaggiatore non ci sono problemi. Ma se lo fa un intermediario, il vettore irlandese “prima vende il biglietto, e poi cerca in tutti i modi di ostacolare la procedura di check in online, ad esempio chiedendo il riconoscimento facciale di ogni viaggiatore, in una procedura complessa e da concludere in tempi limitati” spiega Federico Lucarelli, legale di Fiavet.
“Immaginiamo una gita scolastica con oltre 50 tra ragazzi e docenti: per un’agenzia diventa difficilissimo, a volte impossibile adempiere a questi obblighi”.
In più, scrive Fiavet in una nota, “il controllo prevede la firma del passeggero per verificarne la sua autenticità, una pratica che richiede al massimo 7 giorni e per la quale è comunque necessaria la copia del documento del passeggero e un dispositivo dotato di fotocamera”.
Ryanair è l’unica compagnia aerea a porre questi paletti, ma non è difficile capire perché sia partita la causa visto che è anche la prima in Italia per numero di passeggeri trasportati. A oggi l’azienda guidata da Micheal O’Leary non versa alcuna commissione alle agenzie che vendono un suo biglietto (e in questo, non è l’unica), ma resta il business delle commissioni che gli operatori chiedono ai propri clienti, intorno ai 10-15 euro a biglietto.
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Nel 2020 Ryanair aveva accusato le agenzie di viaggio online (non parliamo quindi delle aziende associate a Fiavet) di trattenere per sé i rimborsi Covid destinati ai viaggiatori. In quell’occasione il vettore inaugurò la cosiddetta “verifica cliente” con l’obiettivo di spezzare il rapporto tra agenzie e consumatori, dialogando solo con questi ultimi. La stessa logica che sottende alle procedure denunciate oggi da Fiavet. […]
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