Andrea Biondi per “il Sole 24 Ore”
Il momento della verità per la rete unica Tim-Open Fiber è rimandato al dopo elezioni. Prima della fine di settembre, ma non prima dell'appuntamento delle politiche del 25 settembre. A quanto risulta sarà allora, nella settimana compresa fra lunedì 26 e venerdì 30 settembre, che sul tavolo dell'ex monopolista dovrebbe essere recapitata l'offerta non vincolante che, attraverso Open Fiber, vedrà Cdp come pivot.
Il timing al quale si stava lavorando, come anticipato sul Sole 24 Ore del 25 agosto, era differente. E prevedeva che l'offerta non vincolante dovesse arrivare nella prima metà del mese.
Facile pensare che le parti in gioco abbiano verificato che è preferibile sottrarre il più possibile alla contesa elettorale il tema della rete unica arrivato alle sue battute finali nel momento meno fortunato: con la crisi politica aperta dalle dimissioni del Governo Draghi ed elezioni che secondo vari sondaggi potrebbero vedere uscire vincitori Fdi insieme agli alleati Lega e Forza Italia.
Proprio da FdI e dalla sua leader Giorgia Meloni sono stati espressi dubbi nelle scorse settimane - avanzati in prima battuta da Alessio Butti che per Fratelli d'Italia si occupa dei dossier Tlc - sull'attuale piano, aprendo invece a un'operazione diversa che porti cioè alla rete unica con un'Opa di Cdp su Tim per assicurare il pieno controllo pubblico di una società operativa esclusivamente nel mercato all'ingrosso.
Queste considerazioni hanno portato analisti e osservatori a scommettere su uno stop o quantomeno su una pausa al progetto in attesa dell'esito delle elezioni politiche. Il blocco invece non ci sarà. Ufficialmente Cdp lo aveva messo in chiaro già a inizio agosto con l'allora ad di Cdp Equity, Pierpaolo Di Stefano. E da allora il proposito non sarebbe cambiato.
Se è vero che il progetto va avanti, c'è però ora da fare i conti con questo nuovo timing che sposta a dopo il 25 settembre un appuntamento che era atteso già per fine luglio, almeno stando al memorandum of understanding siglato a maggio da Tim, Open Fiber, Cdp, Kkr e Macquaire con l'obiettivo di portare a casa l'operazione volta a unire gli asset infrastrutturali di Tim e di Open Fiber.
L'offerta non vincolante rappresenta il passo propedeutico allo step centrale: la proposta vincolante che dovrebbe prendere forma, sempre secondo il memorandum d'intesa, entro il 31 ottobre. Anche questo slittamento di data a dopo le elezioni rende comunque evidente che, ancora una volta, quella della rete unica si configura come un'operazione resa ancora più complicata dalle vicende politiche, ma già di suo molto complessa viste le differenti valutazioni della rete in capo a Tim.
Pesa infatti la distanza tra la forchetta di 31-34 miliardi individuata da Vivendi, primo azionista di Tim, e i 21-25 miliardi che, secondo analisti, sarebbero il limite fissato per l'operazione da Cdp che detiene il 60% di Open Fiber (l'altro 40% è in capo a Macquarie). L'offerta non vincolante avrebbe il pregio quantomeno di fare chiarezza.
Ma la reazione della politica e dell'Esecutivo che andrà a formarsi rappresenta un test chiave. Intanto, a quanto verificato dal Sole 24 Ore, ci sono novità nella squadra di manager di Open Fiber. Nella prime linea a riporto dall'amministratore delegato Mario Rossetti entrano Stefano Mazzitelli (ex At&T, Olivetti-Infostrada, Sprint, Telecom Sparkle come ad) e Simone Lo Nostro (ex Sky Italia, Enel e Sorgenia).
Il primo guiderà la divisione mercato Business, mentre al secondo sarà attribuita la responsabilità del mercato residenziale. In questo modo viene a essere sdoppiata la delega precedentemente in capo all'ex responsabile marketing e commerciale, Simone Bonannini, che ha lasciato la società a luglio. I due nuovi ingressi seguono quelli dei mesi scorsi di Guido Bertinetti, direttore della rete; Andrea Crenna, cfo; Stefano Cusmai, direttore Affari Societari; Pasquale Salvione, direttore Acquisti e Logistica.