1 – ATLANTIA FA AFFARI CON IL FONDO MACQUARIE UN MILIARDO PER SBARCARE NEGLI STATI UNITI
Teodoro Chiarelli per “la Stampa”
Che Macquarie riesca a mettere le mani, insieme a Cdp e Blackstone, su Autostrade per l'Italia per ora è solo un'intenzione, legata a un'offerta non vincolante. Ma che il fondo australiano faccia affari con Atlantia, che Aspi controlla, è invece una realtà.
Corroborata ieri dall'acquisizione da parte della holding infrastrutturale della famiglia Benetton, attraverso la controllata Abertis Infraestructuras, del 100% del capitale della società concessionaria (fino al 2070) dei tunnel Elizabeth River Crossings in Virginia, Stati Uniti, per un controvalore complessivo di 1,1 miliardi di euro.
L'operazione avviene in consorzio con Manulife Investment Management e consente ad Atlantia, presente finora solo in Centro e Sud America, di entrare negli Usa. Per la controllata Abertis questa acquisizione rappresenta un ulteriore passo avanti nella strategia di crescita negli States, dove il gruppo spagnolo ha uffici dal 2006 e gestisce un sistema di pedaggio nel Rhode Island attraverso la società Emovis.
Si tratta anche della seconda importante acquisizione di Abertis in meno di un anno, dopo l'acquisto a giugno del controllo di Red de Carreteras de Occidente (Rco) in Messico per 5 miliardi di euro. Nell'ambito del consorzio, Abertis deterrà dal 51% al 68% del capitale di Elizabeth River Crossings e controllerà la società consolidandola integralmente nel proprio bilancio.
L'accordo per rilevare il 100% nella concessione di Elizabeth River Crossings è stato siglato con Macquarie Infrastructure Partners II, un fondo gestito da Macquarie Infrastructure and Real Assets, e una controllata di Skanska AB. I tunnel a pedaggio della Elizabeth River Crossings si trovano nella regione di Hampton Roads e sono tra le strade più trafficate dell'area metropolitana di Virginia Beach-Norfolk-Newport News, perché forniscono accesso a importanti aree industriali, commerciali, militari e marittime.
Nel 2019 hanno registrato un transito medio di 102 mila veicoli al giorno e hanno mostrato una forte resistenza anche quest' anno, durante la pandemia da coronavirus, tornando a livelli di traffico quasi normalizzati negli ultimi mesi. La società, che ha iniziato a operare nel 2014 e ha una concessione residua di 50 anni (fino ad aprile 2070), ha chiuso il 2019 con un Ebitda pari a 60 milioni di dollari e un debito netto di 1.127 milioni di dollari.
Macquarie è entrata in Elizabeth River Crossings nel 2012 con un collaterale (garanzie) di 200 milioni di dollari e ne esce otto anni dopo con una ricca plusvalenza in equity. Niente da dire: è il suo mestiere prendere partecipazioni, valorizzarle e trarne un profitto. Non è certo un gestore industriale.
Quel che balza agli occhi sono le analogie con il caso Aspi. Atlantia ha ricevuto un'offerta non vincolante da una cordata composta da Cassa Depositi e Prestiti e dai fondi Blackstone e, appunto, Macquarie. Che sia il governo a spingere per il successo di questa aggregazione, dove sono presenti azionisti che per la loro mission (legittima, per carità) non si possono certo definire stabili, qualche interrogativo lo pone.
2 – IL VETO DEL GOLDEN POWER SI ALLARGA FINO AD AUTOSTRADE
Claudio Antonelli per ''la Verità''
Si avvicina la fine dell' anno. E la normativa sul golden power, il potere di veto del governo sulla vendita di aziende o asset strategici del Paese attende una revisione. Innanzitutto, scade l' estensione dei poteri speciali alle imprese o ai fondi europei e in seconda istanza entreranno in vigore due nuovi dpcm con l' obiettivo di fare chiarezza sui settori e sulle priorità da perseguire.
giuseppe conte roberto gualtieri
Con l' occasione di fare chiarezza e mettere in ordine la normativa, il governo mira a prendere due piccioni con una fava. Nel dpcm diffuso ieri il premier Giuseppe Conte fa una nuova lista dei settori da tutelare.
Stringe il mirino e si fa più selettivo. Se i piani del governo dovessero essere confermati ora anche i settori dei media e delle concessioni autostradali dovranno sottostare alle regole della golden power.
Sul fronte autostrade, la normativa sarà utile da momento che nel piano di Cdp c' è sia il coinvolgimento di grandi fondi stranieri sia l' intenzione di uscire successivamente dall' investimento (Cdp equity gestirà la newco che acquisterà l' 88% di Aspi con Blackstone e Macquarie).
Sul fronte Mediaset - Vivendi, che hanno un contenzioso legale aperto da tempo, il governo Conte non firmerà un emendamento al decreto Ristori per assegnare i poteri di veto anti-francesi all' Agcom, come si diceva nei giorni scorsi, ma estenderà direttamente la normativa golden power anche al settore dei media.
Nel frattempo, c' è già stato un boom di notifiche pervenute alla Presidenza del Consiglio ai sensi della normativa golden power. Quasi sempre poche decine all' anno, a fine 2020 potrebbero essere circa 300, secondo la relazione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro presentata pochi giorni fa in Parlamento. E nella sostanza anticipata dalla Verità.
Il veto, finora, non è però stato messo su nessuna. Ed è proprio per questo motivo che Parlamento e governo si stanno attrezzando con un secondo dpcm in via di definizione. Il che porta a una domanda di fondo.
Perché - con tutto quello che sta accadendo e dopo numerosi annunci e alert pubblici - dotarsi di una delle leggi più aspre e stringenti del panorama europeo per poi alla fine sparare a salve? Possibile che in tutti questi mesi il governo non abbia mai ravvisato gli estremi per far valere il proprio peso politico?
PAOLA DE MICHELI GIUSEPPE CONTE
Tanto più se come sembra si deciderà di estendere l' obbligo di notifica alle aziende Ue pure per il 2021. Il numero uno della Consob, Paolo Savona, ha più volte sollecitato una sorta di lista o almeno indicazioni più precise. Proteggere tutto significa non proteggere nulla. Ci auguriamo che entro Natale si possa aggiustare il sistema di protezione nazionale, altrimenti avremo sprecato la solita occasione e ci toccherà dire che, come spesso accade, alle parole del governo non seguono i fatti. Le prossime settimane saranno decisive per capire l' andazzo. ad esempio il fondo australiano Macquarie ha offerto a Italgas 1,1 miliardi per acquisire l' impianto di stoccaggio di Cornegliano. Vedremo se il governo avrà qualcosa da ridire o bollinerà l' offerta e quindi il passaggio di proprietà.