Antonella Scott per “Il Sole 24 Ore”
il gasdotto Sila Sibiri forza della siberia
La Akademik Cherskij è tornata nei mari dell’Oriente: al largo dell’isola di Sakhalin, la capofila tra le navi posa-tubi della flotta russa è impegnata nel giacimento Kirinskij di Gazprom. L’avevano richiamata in Europa, nel Baltico, due anni fa, con il compito di proseguire la posa di Nord Stream 2 al posto degli svizzeri di Allseas, fermati dalle sanzioni.
E ora che il gasdotto gemello del primo Nord Stream è completato ma fermo, mentre Gazprom riduce i flussi nel braccio parallelo, la corsa della Russia ai mercati asiatici sembra conseguenza inevitabile della guerra del gas con l’Europa. A cominciare dalla Cina: il 24 luglio scorso, scrive l’agenzia russa Interfax, Gazprom ha battuto un nuovo record storico di export giornaliero, attraverso il gasdotto Sila Sibiri, forza della Siberia.
rete del gasdotto dalla russia alla cina
Ma il gas non è come la Akademik Cherskij, non può cambiare direzione dal Baltico al Pacifico seguendo il vento della geopolitica. Soltanto un gasdotto russo, attualmente, serve il mercato cinese, rispetto alla complessa rete che collega l’Europa ai giacimenti della Siberia occidentale. Per rafforzare le rotte asiatiche ci vorranno anni: lo stesso Forza della Siberia, che va verso Vladivostok ed entra in Cina partendo dai giacimenti della regione di Krasnoyarsk, Irkutsk e dalla Yakutia, è attivo dal 2019 per le province della Cina nord-orientale; per l’entrata in funzione del tratto diretto a Shanghai bisognerà aspettare il 2025.
Il contratto trentennale firmato fa Gazprom e dalla China National Petroleum Corporation prevedeva dal 2024 flussi per 38 miliardi di metri cubi di gas all’anno, per Mosca un investimento da 55 miliardi di dollari. Ma se pure le forniture sono in aumento, le cifre tradiscono un legame per Pechino meno cruciale delle apparenze e sono lontane dagli obiettivi: nella prima metà dell’anno, secondo i dati delle dogane cinesi, gli acquisti di gas russo hanno totalizzato 1,66 miliardi di dollari.
il gasdotto Sila Sibiri forza della siberia
Peraltro, nello stesso periodo sono cresciuti anche gli acquisti cinesi di gas dal Turkmenistan, per 4,52 miliardi di dollari. In termini di volume, attraverso Forza della Siberia sono arrivati in Cina solo 7,5 miliardi di metri cubi di gas russi: come termine di paragone, Eurostat fissa a 155 miliardi di metri cubi il gas importato dalla Ue nel 2021.
Ma a dimostrare che lo sguardo di Mosca è rivolto ora a Oriente, il 18 luglio il Financial Times è tornato su un progetto con cui la Russia vorrebbe dare anche a Forza della Siberia un gemello, un gasdotto da costruire attraverso la Mongolia per portare in Cina gas proveniente dai giacimenti di Yamal finora rivolti all’Europa. In un’intervista con il quotidiano britannico, il primo ministro mongolo, Oyun-Erdene Luvsannamsrai, aveva spiegato che l’inizio dei lavori di costruzione di Forza della Siberia 2 è previsto entro due anni, con un contributo di altri 50 miliardi di metri cubi annui di gas.
la nave posatubi russa Akademik Cherskij
Sarebbero inoltre già partiti i lavori per il terzo dei gasdotti siberiani rivolti alla Cina, destinandole il gas dei giacimenti di Sakhalin. Informazioni che non hanno ancora la conferma ufficiale di Gazprom, ma che vedrebbero alla guida dei lavori – scrive il sito Neftegaz.ru – proprio la Akademik Cherskij.
Xi Jinping e Vladimir Putin PUTIN E XI JINPING XI JINPING E VLADIMIR PUTIN putin xi jinping la nave posatubi russa Akademik Cherskij 2