francesco gaetano caltagirone philippe donnet
Una goccia alla volta per far saltare il muro di resistenza attorno all'attuale governance di Generali. Ieri, rispettando il copione dell'alternanza, è toccato a Francesco Gaetano Caltagirone annunciare di aver messo in cascina un altro po’ di azioni del gruppo assicurativo. Ha acquistato lo 0,09% del capitale sociale, salendo così al 6,56%. Il patto di consultazione siglato con Leonardo Del Vecchio e Fondazione Crt sale raggiunge così il 13,19%. Il derby di Trieste richiederà ancora tempo prima della conclusione.
C'è invece un piccolo armistizio su Mediobanca che di Generali resta l'azionista di maggioranza potendo votare in assemblea con il 17,2%. La tregua riguarda proprio la governance della banca d'affari. All'assemblea del 28 ottobre non ci saranno progetti alternativi per quanto riguarda la riforma dello statuto. Le richieste di Leonardo Del Vecchio sono confluite nell'emendamento elaborato dal consiglio d'amministrazione. Salterà il vincolo che consente solo ai dirigenti della banca di guidare anche il consiglio d'amministrazione.
E' la regola su cui si basano le deleghe del presidente Renato Pagliaro, dell'amministratore delegato Alberto Nagel e al direttore generale Francesco Vinci. L'altra proposta consentirà al mercato e, in particolare ai fondi d'investimento, di avere maggiore spazio nel futuro della banca. La modifica favorisce una costruttiva 'diversity' di tipologia di soci rappresentati in consiglio e assicura agli investitori istituzionali, di avere un amministratore anche se la lista da loro presentata ottenesse voti inferiori a quelli delle altre liste di minoranza.
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