Pierluigi Bonora per "il Giornale"
Il Covid-19 non è più la prima causa di preoccupazione per i costruttori di auto. Lo choc della pandemia sembra essere superato. La profittabilità dei gruppi, però, continuerà a restare sotto pressione.
E a spiegarne la ragione è l'annuale Global Automotive Outlook di AlixPartners. Le cause sono da ricercare nella crescita dei costi delle materie prime (+90% a maggio), negli ingenti investimenti necessari per l'elettrificazione (330 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni) e nella necessità di rimodellare la supply chain. Importanti, inoltre, saranno lo sviluppo ulteriore delle competenze in tema di software e il cambio dell'assetto produttivo delle fabbriche powertrain.
RICARICHE PER LE AUTO ELETTRICHE
«E tutto questo - spiega Dario Duse, managing director di AlixPartners e co-leader europeo del team Automotive and Industrial - avviene nel momento in cui la crescita dei volumi non sosterrà una scala dei costi dei componenti delle vetture elettriche tali da garantire un contributo positivo sui margini».
Per AlixPartners la quota di mercato delle auto full electric andrà incontro a un forte aumento: a livello mondiale, salirà dal 3% del 2020 all'11% nel 2025 e al 24% nel 2030; in Europa, crescerà al 17% nel 2025 e al 32% nel 2030. Mentre in Italia, secondo lo studio, la quota passerà dal 2% del 2020 al 13% nel 2025 e al 24% nel 2030.
Le ibride ricaricabili e quelle ibride, inoltre, rappresenteranno un'ulteriore penetrazione pari al 60% nel 2025, per poi salire ancora al 67% nel 2030. «È logico - rileva l'Outlook - che il pieno avvento dell'elettrificazione richiederà notevoli cambiamenti nel modello di business degli operatori di mercato, con una forte spinta all'indipendenza della produzione di batterie, che vedrà anche l'Europa in prima linea per raggiungere l'autosufficienza entro la fine del 2022».
Il punto sui mercati
A livello mondiale le vendite di auto e veicoli leggeri si assesteranno nel 2021 a 83 milioni (+8,5% sul 2020), per poi raggiungere quota 94 milioni nel 2025, riportandosi così sui volumi del 2017.
A sostenere l'accelerazione, i forti stimoli governativi (13.700 miliardi nei maggiori 11 Paesi del mondo, sette volte quanto speso nella crisi del 2009), le attese positive sulle economie (il Pil di Usa e Cina dovrebbe crescere del 6% nel 2021, mentre l'Europa sarà in piena ripresa nel 2022) e il clima di maggior fiducia nei consumatori.
Ma la ripresa dei mercati non sarà omogenea: in Cina le vendite di auto supereranno già quest'anno i livelli del 2019, negli Usa la piena ripresa avverrà nel 2023, mentre in Europa non si prevede nei prossimi 5 anni un ritorno ai livelli del 2019.
E a proposito di Europa, rispetto al 2019, l'anno prima della crisi sanitaria, in maggio le immatricolazioni sono risultate del 25% in meno (1,7 milioni le vetture perse da gennaio sempre nel confronto con il 2019).
AlixPartners si sofferma poi sull' Italia: nel 2021 le vendite di auto dovrebbero attestarsi a 1,7 milioni (1,5 milioni nel 2020) per poi salire a 1,9 milioni nel 2025. Intanto, la crisi dei chip continua a creare problemi: fabbriche in Belgio ferme per Volvo (una settimana) e Audi (due giorni).