AUMENTO DEI TASSI DI RIFERIMENTO BCE
Sandra Riccio per “La Stampa”
L'inflazione e le bollette salatissime. Ma a pesare sui bilanci delle famiglie c'è anche la rata del mutuo che, con i rialzi dei tassi Bce, diventa sempre più pesante. Il rapporto mensile dell'Abi evidenzia una crescita dei tassi applicati ai nuovi mutui di mezzo punto al 2,73% medio, ad ottobre. Il livello è tornato così al 2015, con incrementi comunque inferiori ai rialzi Bce.
Inoltre la scelta, molto diffusa negli scorsi anni, di stipulare quasi solo finanziamenti a tasso fisso dovrebbe fare da paracadute per le famiglie. Per il vicedirettore generale dell'Abi Gianfranco Torriero «negli scorsi 4-5 anni, l'80% dei nuovi mutui era a tasso fisso» e per questo non ci si attende un importante aumento delle sofferenze nei prossimi mesi.
Intanto nella lunga catena di aumenti di questi mesi fa la sua comparsa anche una nuova voce: secondo Bankitalia nel 2021 i costi di gestione dei conti correnti sono saliti di 3,80 euro a quota 94,7 euro.
Ciò è dovuto principalmente alle spese per l'emissione e la gestione delle carte di pagamento e i canoni base. Il rialzo inoltre, spiega l'indagine annuale di Bankitalia, ha colpito anche i conti online, che hanno visto una grande diffusione durante la pandemia, anche se restano ancora molto più convenienti: 24,3 euro (2,8 euro in più dell'anno precedente).
Sui conti delle famiglie ha acceso un faro anche la Bce, richiamando però l'attenzione sul rischio default per quelle a basso reddito in Eurozona.
«Dall'inizio del 2022, le famiglie dell'area dell'euro hanno subito il maggiore aumento dei prezzi al consumo degli ultimi decenni e il primo aumento dei tassi di interesse in oltre dieci anni» analizza la Bce in un'anticipazione del suo Rapporto sulla stabilità finanziaria in uscita oggi.
L'istituto centrale avverte che lo shock energetico, assieme alle rate dei mutui più costose, potrebbe portare «a situazioni di stress finanziario, inclusi default sul pagamento dei debiti» per il 20% di famiglie più povere nell'area euro, che spendono una quota di reddito elevata per mutui e bollette. Il boom dei prezzi viene definito un potenziale rischio «sistemico».
scattano gli aumenti in bolletta
Con un appello ad aiuti mirati ai bassi redditi, ora che Eurostat certifica una brusca frenata del Pil nel terzo trimestre, a +0,2% da +0,8% dei tre mesi precedenti, a cui molti osservatori si aspettano segua una recessione.
La Bce non nomina i Paesi più a rischio. Ma fa capire che sono quelli con una quota maggiore di prestiti concessi alle fasce più basse di reddito. E quelli dove c'è un elevato indebitamento delle famiglie sui mutui a tasso variabile, più esposti al rialzo. L'invito ai governi è quindi a fornire sostegni mirati alle famiglie meno abbienti.
A beneficiare del rialzo dei tassi e dell'inflazione è il Btp Italia in emissione in questi giorni e legato al caro-vita nel nostro Paese. Il nuovo bond, con durata di 6 anni, cedola minima reale annua garantita dell'1,6% (il valore definitivo si saprà alla fine del collocamento) e bonus fedeltà dello 0,8%, nei primi due giorni di sottoscrizione ha raccolto ordini per 5,42 miliardi. «L'ipotesi è che possa generare un rendimento annuo lordo minimo garantito nell'intorno del 1,6%-1,8% cui aggiungere la rivalutazione dell'inflazione di un 8,6% se il dato dell'inflazione resterà a un anno su questo livello» spiega Nicola Maino, Chief Investment Officer di Valori Am.