da Circo Massimo - Radio Capital
All'Assemblea di Assolombarda, alla presenza del premier Conte, il presidente dell'associazione delle imprese milanesi Carlo Bonomi aveva lanciato un appello al governo: "Stupiteci". "Ci stiamo stupendo ma non nel senso che ci aspettavamo", ammette Bonomi in un'intervista a Circo Massimo, su Radio Capital, "Al premier ho detto che non ci interessano 27 o 39 provvedimenti: ci dicano tre cose che vogliono fare per l'industria italiana e concentrino i loro sforzi su quelle. Aspettiamo di vedere se ci ascolteranno o no".
Tre cose che Assolombarda ha già in mente: "La prima cosa da cui partire è il tema del lavoro. Il taglio del cuneo fiscale non va fatto nella misura che vedo nella nadef, è dimostrato che interventi di questa natura negli anni scorsi non sono serviti a nulla. Serve uno shock da 13-14 miliardi, almeno nel primo anno. Questo vuol dire fare delle scelte, prendere risorse che già ci sono e che sono utilizzate male, come gli 80 euro, quota 100 e la parte del reddito di cittadinanza relativa alle politiche del lavoro.
Poi", continua Bonomi, "c'è un tema di formazione, ricerca e sviluppo, su cui bisogna investire. In questo paese si fanno riforme della scuola solo per chi ci lavora e non per chi le frequenta. E il terzo tema riguarda gli investimenti. L'economia cresce se ci sono investimenti, e quelli privati risentono del clima di fiducia. Negli ultimi 14 mesi abbiamo avuto un clima ostile verso il sistema dell'impresa - un clima che si è acuito nei 14 mesi ma che ha origini più lontane. C'è stato un rovesciamento della mappa dei valori: lavoro e produzione per questo paese erano un valore positivo, oggi sono scambiate al pari con la rendita. In questo clima i privati bloccano gli investimenti". Con il nuovo governo c'è un cambio di clima?
"Questa politica, senza colore, non sa altro che cercare il consenso più facile e più superficiale, senza progetti né programmi. Detto questo, almeno nella partenza il presidente del Consiglio ha cambiato i toni e il senso del rispetto istituzionale, ha posto grande cura nell'evitare polemiche divisive specialmente nei confronti dell'Europa, ha iniziato un ascolto vero con le parti sociali, ma non possiamo dimenticare quello che abbiamo visto e sentito nei 14 mesi precedenti", dice Bonomi, "Noi abbiamo chiesto discontinuità rispetto ai governi precedenti. Nell'ultimo ci avevano promesso l'abolizione della povertà e ci hanno restituito la stagnazione, segno che le politiche economiche che hanno posto in essere non funzionano. Su questo abbiamo chiesto discontinuità, ma nella nadef questa discontinuità non c'è".
Il presidente di Assolombarda, intervistato da Massimo Giannini e Oscar Giannino, non nasconde le sue perplessità anche su Alitalia: "Lei ha capito qual è il piano industriale? Parliamo di far entrare dei soci senza sapere se vogliamo una compagnia a lungo raggio o a corto raggio, quali sono le rotte che vogliamo valorizzare... da imprenditore, se devo subentrare in un'azienda che ha difficoltà, cerco di capire prima qual è il mio obiettivo e di conseguenza faccio una strategia.
Alitalia ha solo l'8% del mercato di chi viene e parte dall'Italia per l'estero. Che tipologia di compagnia vogliamo avere? Su Alitalia, che ho utilizzato come esempio di discontinuità vera che ci attendiamo, tutte le volte ci propongono una soluzione di mercato ma la verità è che vogliono ristatalizzarla, ed è una strada trasversale a tutti i partiti. Io non credo che sia quella la strada corretta". Si parla di una prossima discesa in campo di Bonomi per la presidenza di Confindustria: "Lo scopriremo solo vivendo", dice lui citando Battisti.
roberto gualtieri giuseppe conte 3 CARLO BONOMI